giovedì 31 maggio 2012

AVANTI, nonostante tutto...

é impressionante il tono piagnone di quello che corre nel WEB. Si combattono delle grandi battaglie, come quella del 2 giugno, ed é consolante come subito si siano accodati in contemporanea sia LA LEGA che il vecchietto GRILLO. Del resto non ci sono tracce che all'epoca il multiferoce Beppe abbia fatto il servizio militare, all'epoca obbligatorio ma per molti, come il buon Berlusconi, facoltativo se opportunamente motivati.

ma ormai perché stupirsi visto che il lavoro migliore é quello di copiare e condividere qualcosa purché sia rindondante e dia la possibilità di impegnarsi il minimo, magari non più di 2 euro al 45500. Ai tempi che furono, ma manco eravate degli spermini in fieri, capitava che ragazzi italiani andassero nel polesine ad asciugare umani e resettare casupole o a Firenze ad asciugare libri. Si piangono i negretti in Africa, si soffre con Medici senza frontiere però attenti a non muoversi dal web e te ne accorgi perché a qualsiasi ora se sgarri c'è subito chi ti avverte, oppure si ricorda di mandarti una delle tante INVITAZIONI da qualche parte.

ma non tutto per fortuna é così o almeno non é così in qualche parte d'Italia, una parte così anomala perché al komando vede dei Komunisti che vanno a lavorare nonostante i poverini della FIOM li avessero pregati di non muoversi, come in altre regioni sarebbe stato normale (là dove é bene non far giocare la squadra locale in giorno lavorativo perché allora molti vanno in mutua, figuriamoci se il Vesuvio fuma più scuro).

Se un nemico avesse dovuto scegliere una zona produttiva da bombardare per provocare, in un territorio limitato, il massimo danno possibile all’Italia, ben difficilmente avrebbe potuto trovare un obiettivo migliore dell’area colpita da due terremoti in rapidissima successione. Sono radicate in queste zone imprese piccole o medie, poco burocratiche e molto vitali, aperte senza traumi alla globalizzazione. Nei recenti anni bui dell’economia italiana, hanno rappresentato il progetto di un futuro possibile per la crescita del Paese, spesso l’unico delineato nei fatti in una società addormentata.

Lo scrive oggi DE AGLIO, su La Stampa, così come sarebbe bello leggere assieme una intervista della CONCITINA su Repubblica a un imprenditore di quelle strane parti dal titolo "Ho visto negli occhi dei ragazzi la forza per ricominciare". Già perché questa é la stranezza, gli operai e persino qualche dirigente sono ROSSI (di un rosso un po' sbiadito dicono i VERI SINISTRI) i padroni di solito no ma in una cosa si incontrano, senza azienda non é grassa per nessuno.

Ed é una storia che viene da lontano, una storia che nessuno vi ha raccontato neppure a scuola (anzi soprattutto a scuola), una storia cominciata addirittura nel finire del 1800 quando per mangiare si faceva il bracciante e siccome si mangiava poco mettevano in gioco anche quel poco per costringere con lo sciopero gli agrari a mollare qualcosa. E le loro donne altro che AVE MARIE tiravano fuori!

Qualcosa di quei tempi traspaiono in vecchi blog del mio ANTENATO benalmente kreben che celebravano un SOCIALISTA ma di quelli moderati che poi avrebbero fatto arruffare il nasino ai komunisti del Livorno 1921. Attenti però a non confondere, quelli non erano socialisti alla Craxi, o, meglio, come i socialisti di questa ultima età confluiti poi a sostenere quel democratico del Silvio. Parlo di Andrea Costa.


Del resto ogni tanto ci si prova a vedere come va, ma la realtà é che a entrambi interessa che l'azienda viva e allora la corda non si spezza.

Ecco perché può succedere di morire sotto un capannone per fiducia, capannone che solo una legge del 2003, diventata "cogente" nel 2006, avrebbe imposto di costruire con quel piccolo adattamento oggi così noto agli scrittorelli del dopo che per non sbagliare danno del COGLIONE agli operai e del CRIMINALE al PADRONE. 2003-2006, quanti anni, vero? Indagate chi governava allora...

C'é poi da ricordare un fatto apparentemente ininfluente. Bologna e Modena sono terre di MEZZADRIA, il PADRONE ci metteva il CAPITALE (terra e strumenti) il MEZZADRO il LAVORO (di tutta la sua tribù, nel caso di mio nonno 3 maschi diventati 8 più tutte le relative mogli) e alla fine si divideva META' OGNUNO (o quasi). In altre province era un po' diverso perché c'erano soprattutto BRACCIANTI e allora i PADRONI eran veramente PADRONI.

PS: alcuni dei vecchi blog sopravvissuti allo tsumani di Splinder:

Andrea Costa in carcere e In morte di Andrea Costa e riporto l'incipit di quest'ultimo post scritto forse con più serenità storica, anche se chiedere a un romagnolo (sia pure al 75%) di essere "sereno" é gara dura.

la piccola storia di un borghese romagnolo. scopertosi anarchico negli anni giovanissimi, assieme ad altri come giovanni pascoli, e che in seguito capì che gli interessi veri dei deboli (non solo degli umili) si difendono meglio nell’organizzazione e nel pragmatismo, si ferma qui.


L’ultimo definitivo saluto delle donne delle filande e delle risaie a chi le aveva difese nel passaggio iniziale dall’agricoltura all’industria

giovedì 24 maggio 2012

La VOCE degli SCONFITTI

dopo il gran divertimento di lunedì e martedì all'attacco, con discredito, di Bersani é cominciata la seduta di autoanalisi del PARTITO, il PdL appunto. Ovviamente a muoversi quello che é pur sempre il KAPO

E già, l'"era berlusconiana". La sua conclusione sta provocando non solo l'inabissamento di questo centrodestra, ma sta costringendo i suoi adepti a lottare per la sopravvivenza e a immaginare un percorso per salvarsi. Anche a scapito dei "colleghi" di partito. Gli ex An di La Russa e Matteoli contro le colombe di Frattini e Gelmini. Verdini e Alfano contro la Santanché. Gli uomini del nord come Formigoni contro quelli del sud come Fitto. A livello locale è ancora peggio. Il terreno frana nelle regioni settentrionali e il gruppo dirigente intermedio parte alla rincorsa di Casini e di Grillo. In quelle meridionali la confusione è anche maggiore. Con i big locali sprovvisti di qualsiasi sponda, anche ipotetica. Una babele di voci e posizioni ormai incontrollabili. Che inseguono un destino già segnato: la fine del Pdl.

Un orizzonte, però, che Berlusconi sembra voler anticipare. Affranto, demoralizzato come non mai, tra lunedì sera e ieri si è lasciato andare a più di uno sfogo. "Bisogna cambiare tutto. Basta con questo partito fatto di coordinamenti, tessere, congressi. Questo non è più il mio partito". Una scelta in parte dettata dalla disperazione. Dalla consapevolezza di non poter fare altrimenti. I contatti con Casini e Montezemolo ci sono stati. Ma l'esito è stato a dir poco drammatico. "Vogliono che Berlusconi non si candidi nemmeno in Parlamento per fare un accordo con noi - sbotta Gaetano Quagliariello - ma questa non è una resa. E' l'umiliazione". Un percorso senza alternative, dunque.
Sconfitte sonore
- Spulciando nella lista dei ballottaggi, Trapani a parte, spiccano i risultati negativi. Ad Agrigento Totò Pennica è uscito sconfitto dall'Udc Zambuto (25% contro 75%), a Isernia Ugo De Vivo del Pd ha superato Rosa Iorio col 57 per cento. Piccola oasi di serenità Frosinone con la vittoria di Nicola Ottaviani (53%) sul piddino Marini mentre a Piacenza Andrea Paparo ha raccolto il 42% cedendo la vittoria a Paolo Dosi (Pd). Nella rossa Sesto San Giovanni Franca Landucci (apparentata a La Destra) non fa il miracolo e si ferma al 30% lasciando strada a Monica Chittò del centrosinistra. Ad Alessandria il sindaco uscente Piercarlo Fabbio si ferma al 32%, vittoria della sinistra con Maria Rita Rossa. E ad Asti l'altro sindaco uscente Galvagno cede a Brignolo con il 43 per cento. No, non è proprio tempo di brindisi e bollicine.
Ed ecco l'analisi de IL GIORNALE

... E dopo la vittoria «arancione» di Giuliano Pisapia giusto un anno fa a Milano, il vento della sinistra continua a spazzare la Lombardia dove il Pdl vince appena tre comuni sui 21 al ballottaggio. Troppo poco per tentare anche la più scontata delle difese d'ufficio, anche perch´ con tutto il rispetto si parla di Erba, Melegnano e Cassano Magnago. Mentre il centrosinistra si «pappa» Desenzano, Como, Sesto san Giovanni e Monza, la roccaforte persa dal centrodestra solo dieci anni fa. Caso emblematico, quello della terza città della Lombardia che passa dal borgomastro leghista Marco Mariani già giubilato al primo turno, al capogruppo del Pd Roberto Scanagatti senza passare dal Pdl. Abbattuto con il 36,6 per cento delle preferenze del presidente dei farmacisti Andrea Mandelli, mandato allo sbaraglio a pochi giorni dal voto.


Sconfitte sonore - Spulciando nella lista dei ballottaggi, Trapani a parte, spiccano i risultati negativi. Ad Agrigento Totò Pennica è uscito sconfitto dall'Udc Zambuto (25% contro 75%), a Isernia Ugo De Vivo del Pd ha superato Rosa Iorio col 57 per cento. Piccola oasi di serenità Frosinone con la vittoria di Nicola Ottaviani (53%) sul piddino Marini mentre a Piacenza Andrea Paparo ha raccolto il 42% cedendo la vittoria a Paolo Dosi (Pd). Nella rossa Sesto San Giovanni Franca Landucci (apparentata a La Destra) non fa il miracolo e si ferma al 30% lasciando strada a Monica Chittò del centrosinistra. Ad Alessandria il sindaco uscente Piercarlo Fabbio si ferma al 32%, vittoria della sinistra con Maria Rita Rossa. E ad Asti l'altro sindaco uscente Galvagno cede a Brignolo con il 43 per cento. No, non è proprio tempo di brindisi e bollicine.

martedì 22 maggio 2012

E avanti DAGLI al PD...

il tutto é cominciato la settimana che precedeva il PRIMO TURNO, Improvvisamente gli editoriali di Corriere Stampa e Messaggero cominciano a coprirsi a destra persino cercando di fare muovere il dormiente nascosto dietro al simbolo Ferrari e tutto rivolto al conteggio dei biglietti dei suoi treni, Montes(z)emolo. Per fortuna continua a dormire e anche lui aspetta il secondo turno.

Berlusconi ogni tanto ha qualche rigurgito e gorgoglìo anche perché la vede dura, le provano tutte con la legge sulla corruzione proprio muovendosi in senso contrario a quanto gran parte degli italiani, anche suoi. Questi italiani suoi chiedono soldi specie dopo aver capito che persino la LEGA era a tavola e con che piatti imbanditi (alludo a Finmeccanica). Ma bisognava tenere buoni i capi bastone (infatti oggi hanno ceduto e accettato la SEVERINO), solo che ormai i capibastone non servono più i loro clientes han capito che la ciccia non é più lì.

e arriviamo così a giovedì scorso, tutti scoprono Grillo e lì un po' di struscio, un po' di lecco poi, sfiga, arriva quel che tutti sappiamo, purtroppo, fra bombole di gas e terremoto. E, finalmente, arriva lunedì e così si possono slegare i cani, persino Ballarò, lo sento adesso, porterà sul ring Parma e Palermo. Immagino ci sarà Bersani, povero cristo.

Casini non é franato, é INESISTENTE. Vendola e Di Pietro? dei succiasangue con il santino in mano della foto di VASTO e poi manovrare a senso proprio di diritto e traverso. Una volta tanto debbo citare Il Giornale  

Gli elettori di centrodestra danno il successo a Grillo

La ricreazione è finita: Parma è a 5 Stelle ma ora tocca governare. Gli elettori del Pdl non consegnano il paese alla sinistra e votano il candidato di Beppe Grillo

La tentazione di votare il partito del comico genovese tra i simpatizzanti pidiellini non è del resto una novità di ieri. Secondo un recente sondaggio Spincon sui flussi di voti verso il Movimento cinque stelle, più di un terzo dei nuovi elettori grillini arriverebbero dal Pdl. Il secondo partito più «saccheggiato» da M5s sarebbe l’Italia dei valori di Di Pietro. L’elettorato del Popolo della libertà sarebbe quindi addirittura più sensibile dei seguaci dell’Idv ai temi dell’antipolitica. E nelle previsioni, il Pdl rimarrebbe sempre il primo partito di provenienza dell’elettorato (26,6%), seguito da Idv e Lega e Pd quasi appaiati, al 14%.
Secondo le analisi dei flussi di voto di Alessandra Ghisleri, fondatrice di Euromedia, almeno il 5-10% dell’elettorato del Pdl si sarebbe spostato su Grillo, e la stessa cosa è successa per circa un quarto dei simpatizzanti leghisti.

Ma proprio pensate che Bersani non abbia letto le stesse cose? Al dunque Vendola e Di Pietro terrebbero stretto il loro elettorato? Non credo sia solo a Comacchio che PRC orientava il voto su Grillo, come il PdL o le manovre palermitane di Di Pietro sempre tutti pronti a giocarsi le primarie verso se stessi. Io spero in Bersani e negli italiani e, persino, nei giovani che corrono sotto le bandiere di 5 STELLE.

(ANSA) - PARMA, 22 MAG - Grillo conquista Parma? Il neo sindaco grillino Federico Pizzarotti risponde che se Beppe torna qui e' ''come visita di cortesia, come comizio non ne sentiamo la necessita' perche' porta via tempo al lavoro''. Lo dice alla stampa che lo assedia anche oggi, sotto al Municipio, dove ha incontrato il commissario Ciclosi che ha retto il Comune fino ad oggi e ora saluta con ''il piu' sentito buon lavoro'' ai nuovi amministratori. A Pizzarotti estende gli auguri il leader Udc Casini; entusiasta il saluto di De Magistris da Napoli e, ieri, un 'in bocca al lupo' dai sindaci di Roma e Firenze. (ANSA).
Pizzarotti non é un coglione, ha sul groppone 600 milion di debiti, quelli accumulati dal PdL, già perché quella città é stata spolpata dal PdL e se vuole uscirne fuori deve in qualche modo sentire anche in Regione e se chiede al Governo non lo può fare in nome di Grillo.

PS: dice niente la piccola slavina lombarda dalla LEGA al PD? Io che ci ho girato e lavorato dal 2002 fino a 2 anni fa, non c'é piccolo paese, specie se leghista, che non abbia un circolo ARCI, assieme a quello dei combattenti e reduci, per non parlare del sindacato, specie CGIL. D'Alema, a suo tempo, non parlava tanto per parlare. Maroni si tiene le mani libere, non esclude niente. L'Italia dall'Umbria al Brennero é certo più affidabile. 

giovedì 17 maggio 2012

NOI SI' CHE SIAMO GIOVANI!

mi ha molto divertito ieri sera criticare l'età media dei nostri politici rifacendosi a una rilevazione sbandierata con grande enfasi dal "ragazzino" che come sempre il giovedì sera DEVE fare il controcanto a ben più considerati competitors e persino rischiando in proprio (economicamente s'intende).

mi ha molto divertito quel 59 anni di media specie se a pronunciarlo é un signore (Santoro) classe 1951 (anni 61, sopra media) in coretto con Gad Lerner classe 1954 (anni 58, subito sotto media). E prendo questi perché erano lì. Potrei aggiungere Vittorio Feltri (classe 1943), Ciccioferrara (Giulianone, classe 1952).

al solito preso dalla necessità di "épater les bourgeois" o, meglio, i giovinotti attaccati al PC che lo seguono sbavando non si era neppure accorto che più che ai politici in genere quella rilevazione era diretta alla classe dirigente in generale ma per colpire soprattutto quelle categorie (prelati, banchieri, big universitari, alti burocrati e governo) che incidono e hanno veramente il potere in mano perché minutamente agiscono sulla realtà, ad esempio cooptando i loro collaboratori e futuri successori.

quanto ai politici, quelli che agitano le cronache, non é poi che siano così vecchi: Bersani (1951), D'Alema (1949), Casini (1955), Rutelli (1954), Fini (1952) e persino Grillo non stona (classe 1948) anche se é addirittura meno giovane di D'ALEMA. Certo non considero i santoni come Berlusconi, persino più vecchio di me di un paio di mesi (settembre 1936, LUI, dicembre 1936, modestamente io).

ma di ridicolaggini se ne leggono tante scritte o dette da questi personaggi quasi big dell'informazione che galleggia fra carta stampata e TV,, come ad esempio il recente attacco del Ciccio a Roberto Saviano (classe 1979, un ragazzino al confronto, pannolone contro pannolino). A questo proposito mi piace chiudere con un riferimento: Saviano e i polpacci di Giuliano Ferrara
é una lezione di stile e di vita che GIOVANNI MARIA BELLU offre a tutti noi di cui mi piace riportare almeno un piccolo assaggio.

Abbiamo bisogno di una nuova classe dirigente composta da donne e da uomini che si diano del lei, che non trasformino il rispetto per l'avversario in complicità. E che considerino l'intelligenza la condizione necessaria ma non sufficiente per svolgere un ruolo di responsabilità. Abbiamo bisogno di persone che vengano riconosciute per quanto fanno, mettendosi in discussione ogni giorno. Quella in atto è una commedia di maschere, una commedia dell'arte senza arte né parte. La solita commedia italiana che, a seconda di quel che accade nel mondo, può volgere in farsa o in tragedia.
Giovanni Maria Bellu

La STRANA DEMOCRAZIA ITALIANA. molise e non solo.

eppure una costante c'é, anzi alcune coincidenze non strane e prevedibili. Il luogo elettorale deve essere un po' più a Sud della linea del SENIO di buona memoria e comunque a SUD di quel gruppo di Regioni un po' sinistre e con un passato vagamente anarchico: Romagna, Marche, Toscana e un po' di Umbria. L'altra coincidenza é la grande fantasia di gruppi politici direttamente o indirettamente riferibili a PdL e simil destre comunque benedette dal Berlusconi e soci. In questo gruppo, guarda caso, le avventurose storie di liste in Lombardia e nel Lazio sempre nelle ultime regionali.

buffo che proprio nelle regioni che ancora nei primi decenni del '900 vedevano ben attivi i gruppi anarchici oggi le elezioni, almeno formalmente, sono una cosa seria.

scriveva il CORRIERE DELLA SERA, ed era il NOVEMBRE 2011,

Democrazia Sospesa, Cittadini Beffati lo Scandalo delle Elezioni in Molise

poi capita che si debba entrare in quel faraginoso meccanismo di ricorsi amministrativi, per i quali si deve dire che l'unica cosa certa sarà che i tempi saranno italici e non si sa mai chi abbia l'ultima parola tra TAR, CONSIGLIO di STATO e il primo che starnuta attaccandosi a un qualche cavillo.

però finalmente, per il MOLISE si é, FORSE, arrivati al traguardo finale sempre che il SIGNOR IORIO mantenga la parola (che cioé AVREBBE accettato il responso finale del TAR). Cosa di cui é ragionevole dubitare visto lo stato comatoso delle squadre di appoggio al BERLUSCONI, stato che consiglia di non correre il rischio elettorale.

Molise, annullate le Regionali 2011

Il Tar ha accolto il ricorso presentato dal centrosinistra


ma cos'era successo di così grave? piccole stupide cose, anche se a Formigoni in Lombardia erano state quasi perdonate

Doppie firme false, errori insanabili, incongruenze, discrepanze, vizi di forma. Qualcosa di anomalo è successo in Molise, nella lunga notte delle elezioni regionali. Ma ancora più anomalo è che, a 19 giorni dal voto, non ci sia ancora un vincitore ufficiale e un nuovo presidente di Regione. Democrazia sospesa, cittadini beffati. Dopo le prime verifiche di routine, i 1.505 voti che staccavano il candidato del centrosinistra Paolo Di Laura Frattura dal presidente uscente Pdl Michele Iorio sono scesi a meno di mille. Quanto basta per accendere sospetti. E per riaccendere le speranze di Frattura, che ha chiesto ufficialmente la verifica incrociata tra le tabelle di scrutinio e i verbali di sezione.

Non sono parole mie ma del primo link del Corriere della Sera. Roba "normale" anche negli USA, quella di quasi un secolo fa, poi cambiò anche lì semplicemente evitando che Al Capone sedessero al Governo.