venerdì 29 marzo 2013

BERSANI-VENDOLA "ONORI"- DARIO FO + penoso di GRILLO

E' la prima volta che condivido le parole e il modo di porgerle di VENDOLA, del quale ho molto apprezzato le dichiarazioni all'uscita dall'incontro con il nostro "grande" Presidente Napolitano in diretta sulla TV di Rai 3 nel pre TG delle 19.

Complimenti , veri, anche a Giuliano Ferrara che ha avuto unao scambio di "opinioni" con Dario Fo e che per carità di Patria, come si usa dire (o forse per rispetto dei supposti meriti di un Premio Nobel) con una occhiata sbigottita ha chiuso velocemente la "discussione" (se tale si possono chiamare i vanneggiamenti  di un tale che giustifica tutto perché, secondo lui FO, ama parlare come se fosse in teatro e quanto poi ai ragazzotti in prima linea come Deputati o Senatori, "bisogna capirli, sono alle prime armi, dategli tempo, si faranno".  

Nel merito? Mi auguro che il PD mantenga la testa fredda e non molli le posizioni, tocca al PdL e a Grillo, oltre che a quei 4 gatti attorno a Monti. Povero Monti, si è giocato tutto quel merito che gli era stato riconosciuto sia in casa che fuori e adesso non è più spendibile neppure all'estero. 

E adesso? giochino Grillo, Berlusconi e Monti, si facciano il Governo che più gli va bene e si riscopra il Ghino di Tacco di craxiana memoria, utilizzando l'arma della Camera per boicottare quel che non ci piace. Ma queste sono malinconie perché  poi naturalmente non sarà possibile rinnegare una storia di responsabilità e serietà e, come sempre, ci si caricherà della Croce di tutti perché naturalmente il PD non è un partito di classe, non è un partito ossessivamente partigiano, ma mi auguro che almeno non accetti l'eterna funzione del fantoccio nella giostra del SARRACINO

 

giovedì 28 marzo 2013

TROIE, e perché non PORCI?

E' molto divertente leggere i commenti sull'espressività verbale del "noto"Franco Battiato che improvvisamente (o improvvidamente?) ha deciso di accettare l'invito a partecipare all'attività politica in prima persona dopo anni di successi musicali ma anche esoterici o pittorici o dipende dall'estro, dalle occasioni e di chi gli dà modo di esprimersi. Ogni volta suscitando interesse e "pagata" ammirazione dai critici disponibili, come sulla sua opera pittorica portata in giro per il mondo con opportune mostre.
« […] la pittura di Battiato, qualora pretendessimo di canalizzarla in un comodo alveo di neoprimitivismo, dimenticando la ricchezza operativa e intellettuale che la sorregge, rischierebbe di apparirci l'hobby d'un artista episodico e dimezzato; mentre, viceversa, osservandola con tutti due gli occhi, della natura e della cultura, ne vedremo i colori sposarsi affettuosamente alle note, alle parole, alle meditazioni dell'autore e in quest'alleanza, per non dire connivenza, spiegarci la cifra inconfondibile di un'anima. »
(Gesualdo Bufalino)
« […] In questi ultimi anni Battiato ha concentrato la sua ricerca, per riscoprire i poteri dell’anima che sono latenti in noi, su un figurativismo, dalla perfetta sintesi espressiva, ch’evoca una dimensione spirituale. Fedele solo ed esclusivamente al proprio mondo interiore, l’artista riesce a conferire ai suoi lavori, eseguiti con la lucidità intellettuale di chi vuole avere un approccio del tutto mistico “con la realtà”, una penetrazione filosofica-poetologica. Il suo talento riesce a esprimersi al meglio nel “costruire” una narrazione volutamente discontinua, costellata di riferimenti alle culture esotiche e al sufismo, che rappresenta una ricerca d’illuminazione interiore, ma anche un voluto gesto di rottura nei confronti di nuove direzioni interpretative. La sua arte coinvolge il fruitore in una sfida intellettuale vivamente stimolante…” ».


Ma torniamo al contemporaneo e all'invettiva che tanto ha colpito una "parte" dell'opinione politica e pubblica in generale, invettiva che è stata tutta incentrata sull'epiteto di TROIE che affollano i sacri seggioloni del potere. E mi ha molto stupito notare come questo illustre artista sia stato platealmente difeso proprio dalle "femmine" che postano nei siti vicini alle STELLINE, e, naturalmente e con qualche distinguo, dai loro amici maschi. E mi son chiesto, perché non usare il termine più appropriato di PORCI?

In fondo l'obiettivo delle commentatrici è quasi sempre il solito, come ad esempio


Berlusconi,quando parla è una fogna a cielo aperto...
Battiato invece ha detto semplicemente la verità e viene criticato...ma che schifo di paese è questo....un paese che permette a un indagato e condannato di entrare in parlamento. Le troie non stanno solo in parlamento..


Ma poi c'é un bersaglio molto più gradito ed è l'attuale Presidente della Camera che penso abbia la colpa d'essere arrivata a quella posizione per meriti "normali" e quindi sia inattaccabile per gli altri motivi che quel TROIE dovrebbe sottindere anche se in fondo, dice sempre una appassionata difesa femminile di Battiato

Quanto perbenismo..... Io nn sono d'accordo: se un politico si appropria di ricchezze nn sue, è lecito definirlo LADRO. Se un politico donna accede a certi incarichi politici senza alcuna qualità se non la sua bellezza messa a disposizione di certi politici...(vedi olgettine) è una PROSTITUTA (troia, mignotta che dir si voglia). 
BASTA CON L'IPOCRISIA. Io sono donna e nn mi offendo se questo concetto viene espresso così. BASTAAAAAAAAAAAAAAAAAA



sabato 23 marzo 2013

BERSANI, vissuto di azzardi.

Non si può negare che il percorso che il BERSANI deve fare anche solo per presentarsi alle camere è quanto mai arduo e pieno di trabocchetti e insidie, con l'opposizione non poi così nascosta del NAPOLITANO. Opposizione ovvia quella di Napolitano con una storia alle spalle di opposizione del RE ai tempi gloriosi del PCI targato TOGLIATTI, dove rappresentava la cosiddetta DESTRA, corrispondente a un facsimile di storia liberale napoletana di opposizione-protetta al BORBONE.

Un esempio per tutti, l'atteggiamento assunto a proposito dei fatti d'Ungheria del 1956, atteggiamento che nella sostanza si adeguò alla interpretazione filo russa della vicenda.

In quell'anno, tra l'ottobre e il novembre, si consuma da parte dell'URSS la repressione dei moti ungheresi, che la dirigenza del PCI condannerà come controrivoluzionari (l'Unità arriva persino a definire gli operai insorti "teppisti" e "spregevoli provocatori"). Nel momento stesso degli eventi, egli stesso elogia l'intervento sovietico dichiarando: «L'intervento sovietico ha non solo contribuito a impedire che l'Ungheria cadesse nel caos e nella controrivoluzione, ma alla pace nel mondo».

Posizione questa di Napolitano comprensibile vista la collocazione sociale della famiglia d'origine, l'aver (come molti altri, perché unico strumento possibile) svolto attività intelletual-politica nel GUF all'interno del quale già allora si coagulava una fronda che potremmo oggi definire di sinistra (attorno al futuro ministro Bottai, purtroppo "infortunatosi" con le leggi razziali, ispiratore di una  riforma scolastica che finì in niente per la solita opposizione ispirata da Gentile e dai soliti superintellettuali nostrani, dotati di maggiordomo e cameriera, anzi serva).

Ma torniamo al Bersani, classe 1951, figlio di "normali" proletari evoluti verso l'artigianato e quindi a un orizzonte che si lega al passato ma di necessità guarda al presente e al futuro. E comunque va pur tenuto presente che la provincia di Piacenza, e quindi anche Bettola, ha una tradizione e una storia decisamente diversa dal resto dell'Emilia-Romagna. Se appena si scende lungo la via Emilia ecco arrivare a Parma, divisa in due dal "torrente" con da una parte una specie di Stalingrado (anche, se necessario, riottosa e violenta) e dall'altra l'insieme di borghesi con una lunga tradizione di amministrazioni culturalmente favorita sia dalla posizione geografica sia dai DUCHI pre- che post-Napoleone  che contribuìrono a rendere Parma un faro culturale in Europa.  

Poi s'arriva a Reggio Emilia, dove anche il Parroco probabilmente era ROSSO SOVIETICO.  E infine BOLOGNA che non ha certo bisogno di illustrazioni, dove comunque l'azione politica ha sempre avuto la necessità di una continua mediazione che ha portato questa città a uno sviluppo unico anche in questi periodi di crisi.

Questo è il territorio in cui il giovane Bersani si è formato ed è poi arrivato alla politica in una realtà fra l'altro che, proprio a Piacenza, vedeva una presenza cristiana molto forte. Si pensi al giovane Bersani che si laurea in Filosofia con una tesi di laurea su PAPA GREGORIO MAGNO.  E già prima aveva dovuto superare difficoltà familiari, comprensibili.

In un'intervista a Porta a Porta il parroco del suo paese natale ricorda come da bambino e da adolescente Bersani svolgeva in chiesa il servizio di chierichetto. Ricorda inoltre un curioso episodio dell'infanzia di Bersani che finì sui giornali locali: per protesta verso alcune scelte del parroco sulla destinazione delle offerte fatte dai fedeli, il piccolo Pier Luigi organizzò uno sciopero dei chierichetti. Sempre nella stessa intervista, la madre di Bersani ricorda come la famiglia, cattolica e democristiana, fu inizialmente sconvolta dalla scelta del figlio di militare nel PCI e per convincerlo a cambiare idea la madre richiamò a casa suo fratello, sacerdote missionario, affinché parlasse al figlio.

Queste quindi  le premesse che lo portano, dopo vari passaggi tipo Comunità montana e Comprensorio piacentino, a diventare nel 1980 consigliere comunale a Bettola fino al 1985, e poi via via Consigliere regionale con la tornata elettorale del 1990 che lo vedrà poi Presidente della regione nel 1993, dopo esserne stato vicepresidente, e poi la conferma elettorale del 1995. Ed è qui che Bersani deve affrontare la realtà di una maggioranza non monolitica con il PDS al 43.1% (20 seggi), i Popolari al 5.6% (2 seggi), i Verdi al 3,2% (1 seggio) e liste varie al 3.7 (zero seggi) e i 10 seggi del listino. Già in quella tornata elettorale continua la separazione con Rifondazione  che ottiene 3 seggi e che sfortunatamente viene eliminata conl'Ulivo di Bertinottiana memoria all'epoca del Governo Prodi con gli esiti noti.

Per quanto riguarda il Partito e tutti i derivati successivi al PCI rinuncia alle primarie che incoroneranno Veltroni per evitare conflitti inutili poi nel 2009 partecipa alle primarie e le vince. La sua posizione viene così riassunta:


Nel 2009, Bersani decide di candidarsi a segretario del Partito Democratico.
Bersani ha incentrato la sua candidatura sull'esigenza di unire i valori cattolico-popolari con quelli delsocialismo democratico e della socialdemocrazia.Ha inoltre dichiarato il suo impegno per far sì che ogni cittadino possa votare non solo il segretario di partito, bensì anche ciascun parlamentare.
Il 25 ottobre 2009 Bersani vince le elezioni primarie, battendo il segretario uscente Dario Franceschini e il senatore Ignazio Marino, e viene così eletto segretario nazionale del PD. Tra i sostenitori della candidatura di Bersani vi erano Massimo D'AlemaRosy BindiEnrico LettaLivia TurcoRosa Russo IervolinoAntonio Bassolino e Marco Follini.
Comincia così il lungo percorso per raggiungere la piena autonomia dagli antenati e rappresentanti di porzioni precise del Partito, uno dei motivi fondamentali che lo ingessano per i tanti contrasti non solo tattici. 
Molte delle cose che Bersani si proponeva nel 2009 per il partito hanno poi avuto concreta realizzazione come dimostra l'ultima tornata di primarie, anche se rimangono ancora molti problemi a livello locale. 
I risultati elettorali del febbraio scorso hanno fatto rialzare la testa a quanti erano finiti in ombra ma Bersani ostinatamente accetta la sfida, come altre volte, ben consapevole delle difficoltà e dei tanti che, nelle alte cariche del partito, sperano   nel suo insuccesso e, soprattutto, avendo contro il compagno NAPOLITANO tutto normalità e inciucio. Effettivamente molti aspetti del "comunismo emiliano" appaiono strani nel resto d'Italia, ma è anche vero che gli anni di governo locale (anche perso e poi riconquistato, come a Bologna) che quella esperienza è stata positiva anche, o soprattutto, per i risultati in benessere e LAVORO.

PERCHE' NON DOVREBBE ESSERE ANCHE PER L'ITALIA INTERA?

A MENO CHE VERAMENTE NON ASPIRIAMO SOLO A PETTINAR LE PECORE...











giovedì 21 marzo 2013

TONACONI di tutto il mondo, UNITEVI!

Alla fine, è ampiamente noto, i curiali mollarono e l'argentino vecchio e vigoroso prese la fuga e vinse. E tutta l'Italia (e anche parte del mondo) cominciarono a respirare, e ne avevano bisogno con tutto quel po' po' di casino dei risultati elettorali. Dopo il respiro di sollievo (almeno il Vaticano tiene) è poi esploso l'entusiasmo popolare favorito anche dal carattere disponibile e dal nome del FRANCESCO e, ultimo ma non trascurabile, dal vigore e dal portamento di questo qui, classe 1936. 

Già, combinazione, lo stesso anno del SILVIO e, mi pare, senza i ravvivamenti e i contenitori di stomaco di cui all'apparenza il Francesco è privo. E credo pure nella sostanza. Certo che qua non siamo molto abituati a un potente che non viaggia iperprotetto, che disdegna troni e ori, che è il primo la mattina e l'ultimo ad uscire di Chiesa la sera. Trucco, direi proprio di no. Di certo abitudine, ma sacrosanta abitudine.

Vissuto per gran parte della sua vita in uno stato a regime dittatoriale o faceva come qualcuno dei suoi superiori che giocava a tennis con i capoccia, magari scambiandosi consigli e informazioni, o stava defilato con intelligenza, come appunto Francesco ha fatto. L'altra volta, la volta di Ratzinger, l'avevan giudicato  prematuro e si era fermato al secondo posto,magari l'avevan giudicato pericoloso perché troppo giovane e sarebbe durato troppo. Stavolta han dovuto e voluto mollare, metti che arrivasse qualcuno con il carattere e le intenzioni degli americani, almeno questo qui non parla nè di aborto, matrimonio gay, di rinuncia al celibatoe/o, di aborto e/o altre consimili piacevolezze. Se poi se ne intende di soldi, meglio ancora, si sacrifica qualche vecchietto e poi ci si regola.

Poi però qualcosa d'altro si muove e proprio ieri alla luce del sole con l'incontro personale o via etere con i portavoce delle altre due religioni in qualche modo legate alla Bibbia. E lì si trova un richiamo preciso a quanti credono in un unico DIO, peccato che proprio sulla base dell'unico DIO si siano da sempre, in epoca storica, compiute stragi, guerre, distruzioni quasi sempre per coprire desideri di prevaricazione e sottomissione di altri. Per non parlare delle stragi e guerre fra cugini a caccia di eresiarchi ed eresie.

E allora ecco arrivare gli ATEI DEVOTI, quelli che hanno come guida CICCIO FERRARA e come riferimento IL FOGLIO, come per caso legato alla famiglia Berlusconi. Alle prime mosse del FRANCESCO erano ironici e perplessi, dopo un paio di giorni son tornati tranquilli, anzi contenti

La CONCLUSIONE? Eccola:

Il Papa si è poi rivolto ai “rappresentanti del popolo ebraico”, al quale “ci lega uno specialissimo vincolo spirituale”, e ai musulmani “che adorano Dio unico, vivente e misericordioso”. Nonostante il discorso fosse scritto, Francesco si è concesso qualche parola a braccio quando ha parlato dell’importanza che ha “per la chiesa cattolica la promozione dell’amicizia e del rispetto tra uomini e donne di diverse tradizioni religiose”. Una frase che ha voluto ripetere due volte.

BUFFO, per gli altri, quelli di Bisanzio, c'è stata la promessa di un viaggio e gli abbracci, per gli altri, quelli amici di LUTERO qualche saluto di passaggio! 

Che l’ecumenismo sia un tema particolarmente caro a Papa Francesco lo si era già capito la sera dell’elezione, quando dalla Loggia delle Benedizioni citò sant’Ignazio di Antiochia e l’incipit della sua lettera ai Romani secondo la quale “la chiesa di Roma presiede nella carità tutte le altre chiese”. Ieri il Pontefice ha ribadito il ruolo centrale dei rapporti tra i cattolici e le altre confessioni cristiane quando ha chiesto di incontrare separatamente e privatamente, prima di tutti gli altri, Bartolomeo I e il metropolita Hilarion, presidente del dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca.  

TEMPI DURI PER I LAICI CHE PENSANO!

domenica 17 marzo 2013

BRUCIA! la miseria se brucia...

Brucia la mossa del PD di sparigliare le carte rimettendo in discussione la sacrale e comprensibile scelta dei candidati al sacro soglio di Camera e Senato. Certo la scelta di Franceschini e della Finocchiaro sarebbe stata la conclusione di una onorata carriera politica ma, purtroppo per loro, avrebbe avuto il marchio oggi poco spendibile di fuori tempo e luogo. C'è chi addirittura ha giudicato la esclusione di Franceschini come una dimostrazione della ormai nessuna influenza dei cattolici sulla sinistra e, in generale, sulla politica italiana tanto più che lo stesso Monti ha messo la sordina sul suo essere in sintonia con organizzazioni di chiara matrice cattolica (e operativa!) come S. Egidio. E non parliamo del PdL con il rancore del Berlusconi per essere stato di fatto (o in apparenza? forse sì ma solo per il nuovo PAPA) scaricato.

Ma veniamo alle reazioni e in questo a destra, o meglio nel fronte CRI(croce rossa)-Berlusconi, alzo zero sul mancato controllo di Grillo sui suoi, addirittura qualcuno contraddice quanto sostenuto nei giorni scorsi, c'è stata persino una filippica del gigante (della politica) come BRUNETTA che sottolineava come OBBLIGO ETICO il rispetto degli ordini di scuderia (roba da vecchio PCI sezione quartiere San Donato a Bologna anni 960) con un tono da Golia, per non parlare di QUELLO LA' che ha cercato di affrontare le poche decine di contestatori che non rispettavano i suoi occhialoni pro LEGITTIMO RIPOSO a scopo prescrizione con una invettiva da scuola elementare:  VERGOGNATEVI VERGOGNATEVI (se non fosse stato ritinto poteva dire: rispettate i capelli bianchi, un classico). Chissà se ha agitato il ditino, di certo abituato ad essere seduto sul trono con pacchetti da 500 euro a lato e ai suoi piedi genuflessi e adoranti seguaci, il drammatico riferimento al finale di Craxi lo deve avere choccato.

Strano questo comportamento del berlusconismo verso gli STELLINI, tenuto conto che si calcolano in circa 6 milioni i pidiellini spostatisi sul MOVIMENTO e solo quasi 3 milioni i SINISTRI che gli hanno fatto compagnia. A meno di non voler ammettere che la sinistra con tutti i suoi limiti e difetti produce persone abituate a voler pensare in proprio, diritto che con difficoltà accettano di delegare. Ma questa è un'altra storia che forse racconteremo poi-

Tutto questo, tuttavia, era scontato come le solite invettive di Sallusti e consimili, ma ecco arrivare di rincalzo subito gli intellettuali seri, come l'ERNESTO dei GALLI della LOGGIA
È come se quella Sinistra che viene da lontano (e la parte cattolica che da tempo le si è aggiunta) si fosse convinta di non poter più trovare al proprio interno, nella propria storia, né volti, né voci, né biografie capaci di rappresentarla veramente. Come se essa giudicasse ormai irrimediabilmente inutilizzabile la propria vicenda politica, vicina e meno vicina: in un certo senso le proprie stesse radici. Rifiutatasi dopo essere stata comunista di divenire socialdemocratica, e sempre in preda all'antica paura di dispiacere a sinistra, la cultura politica del Partito democratico sembra aver smarrito il filo di qualunque identità che si colleghi al suo passato. Sicché oggi le è apparso naturale designare ai vertici della rappresentanza del Paese da un lato un importante membro della magistratura inquirente, dall'altro una apprezzata funzionaria internazionale, impegnata nella difesa dei diritti umani.

Felici i tempi del Candido e dei TRINARICIUTI di buona memoria, che i giovani forse non conoscono, tutti Stalin e partito. E avanti con l'accusa di NON POLITICA! E sembra muoversi nella stessa direzione anche il PURISSIMO MANIFESTO con il suo COLPO GRASSO.  L'obiettivo è quindi rimasto, governo inciuciato, tutto il resto non va bene, i COMUNISTI vanno controllati, specie se assomigliano di più a qualcosa di moderno. Insomma, rendono di più quelli della FIOM per difendere i propri moduli di INTERESSE e quindi attacchiamo questo nuovo andazzo fuori dalla tradizione. 

P.S. E MONTI? qualcuno dice che le ha sbagliate tutte, cito Minzolini per quel che può contare, visto che è stato Monti a cacciarlo dalla RAI:
"Monti esoso. Per votare Schifani al Senato ha chiesto il Quirinale per sè e Palazzo Chigi per Bersani. Quando si accorgerà di essere in saldo..."

mercoledì 13 marzo 2013

HABEMUS PAPAM!

Mentre tutto il MONDO (cioè, almeno spero, solo l'Italia serva e servile) è in trepidante attesa di chi sarà fra poco a presentarsi vestito di bianco qualificandosi come il nuovo agente esclusivo del Cristo cattolico (gli altri cristiani pur riferendosi alla stessa BIBBIA e tradizione hanno opinioni diverse) in TERRA, con tutti i poteri di LEGARE e SLEGARE  ogni anima, persona o associazione di individui nell'interesse della suprema conquista del futuro PARADISO, ovviamente là da dove tutti torneremo e riandremo al momento della RESURREZIONE FINALE. 

Appunto, mentre etc., mi veniva in mente una tradizione della mia infanzia sia che fosse nell'estrema periferia di Ravenna (case popolari di via FIUME), sia in via Lughese della paciosa pianura di San Prospero di Imola o nel ben protetto collegio per orfanelli e assimilati di Villa San Martino di LUGO (i luoghi della mia infanzia tra gli 8 e 10 anni). 

Questa tradizione in pratica consisteva in una specie di rito di iniziazione che i "grandi" della fine elementari praticavano sui più piccoli e Il tutto consisteva nel predare il poverino, stenderlo a terra, togliergli i calzoncini (allora solo corti) e le mutande (sempre che le portasse) osservare cosa emergeva e poi ritualmente sputargli "sopra" gridando in coro: TCI UN PEPA, TCI UN PEPA (sei un Papa, sei un Papa). Dopo di ché il poverino si rivestiva ed era ammesso nel mondo dei grandi.

Non so se il rito fosse lo stesso, qualche anno dopo (terza media) ero in Seminario e avevo da poco cambiato anche Padre Spirituale perché quello ufficiale mi pareva piuttosto ruvido (non per niente era un ex Monsignore dell'Esercito) e dopo un po' di incontri settimanali, a cui eravamo tenuti, mi chiese se poteva controllare il mio stato di maturazione e ispezionò attentamente, con occhi e mani, quel coso che già pochi anni prima era stato ritenuto adatto ad esser PAPA.

Solo molti anni dopo, ma ormai ero nella mia splendida Trieste, mi venne il dubbio che quella ispezione avesse altro scopo però quello scherzo fanciullo di nomina a PAPA mi faceva pensare.

Fa niente, festeggiamo allora questo nuovo PAPA, chiunque sia, purché non abbia l'abitudine di ficcare mani e occhi su questa povera Italia così da lasciarla diventare ADULTA e INDIPENDENTE, come molte altre fortunate nazioni europee.

HABEMUS PAPAM?     preferirei HABETIS!  

martedì 12 marzo 2013

REICHLIN: fammi il piacere...

Ascoltavo, con difficoltà l'ammetto, Marcello Veneziani oggi a PRIMA PAGINA di Radio Rai 3 sventolare la posizione di Reichlin a proposito della necessità di raggiungere un accordo fra PD e PdL prendendo come riferimento-pretesto il COMPROMESSO STORICO fra Moro e Berlinguer.

Purtroppo non sono riuscito ad avere l'originale on-line dell'articolo in questione e se questo paragone è stato fatto mi tocca rivedere tutta la simpatia intellettuale verso un esponente non solo politico di cui ho sempre ammirato la lucidità e il rigore.

Francamente non ho mai avuto particolare simpatia sia per Moro che per Berlinguer, anche se ho cominciato a votare PCI l'anno delle europee che coincisero con la morte dello stesso Berlinguer. Da Moro mi tenevano lontano quel ché di equivoco da intellettuale scivoloso meridionale che mi pareva di avvertire, da Berlinguer mi teneva lontano quel ché di elitario che la sua origine istintivamente mi faceva pensare oltre il suo algido approccio alla "merdosità" purtroppo inevitabile della politica che non rientra nel mio modo di pensare. Sfido tuttavia chiunque anche solo immaginare che il Berlusconi possa essere assimilato a qualcuno di loro due, o che il PCI di allora e di sempre possa essere anche solo lontanamente assimilato a quel branco che ieri è stato immortalato in TV salmodiando un Fratelli d'Italia tremulo e smarrito nelle sue tonalità e sparuta partecipazione.

Qualcuno oggi ha tirato persino fuori analogie con MATTEOTTI per giustificare quella specie di Aventino minacciato dal facsimile di segretario Alfano. Creo sia inutile ricordare chi fosse Matteotti e di quali "colpe" fosse ritenuto responsabile così da venire massacrato e questa "destra" è così storicamente ignorante che ignora persino che proprio i "comunisti" rinunciarono all'Aventino e non poterono rientrare in Parlamento per il banale motivo che era stata aperta la caccia, vivi o morti, verso loro.

Non so che si diranno oggi Napolitano e gli scherani del Berlusconi, ripetoquel che ho scritto in questi giorni in commenti sparsi su FB: giustificherò il Berlusconi quando a ogni italiano invischiato in problemi di giustizia sarà concesso di scriversi leggi su misura, avere soldi sufficienti per concedersi avvocati di grido e comandare un gruppo di "onesti" parlamentari pronti a giurare che quella devota ragazza di cui tutto sappiamo il nome era "nipote" o, almeno, "lontana parente" del faraone d'Egitto.

sabato 9 marzo 2013

siamo tutti VIRTUALI...

o VIRTUOSI? Era questo che un tempo faceva premio e veniva chiamata VIRTU', poi si chiariva che la VIRTU' poteva venire scomposta in TANTE VIRTU' e non tutte erano uguali , queste virtù, e si potevano anche raggruppare e distinguere, ad esempio, in VIRTU' CARDINALI e VIRTU' TEOLOGALI. Queste ultime erano fondamentali e, in fondo, si riducevano a TRE: la FEDE, la SPERANZA e la CARITA'.  

E così tu, piccolo uomo inerme, indifeso, implume ti potevi riscattare con la FEDE, a patto che, ovviamente, sia quella VERA. E se tu hai solo FEDE però non basta, devi anche imparare a nutrirti di SPERANZA, speranza di raggiungere gli obiettivi e quindi di meritare la SALVEZZA se non oggi di certo domani e, senza dubbio alcuno, sicuramente dopo la MORTE (questo, però e ovviamente, se la tua fede sarà certa, assoluta e nutrita di obbedienza). E intanto sarà bene che tu affianchi alle prime due virtù teologali anche la terza, la CARITA'. E la CARITA' è fondamentale non tanto perché aiuta i più deboli e meno fortunati, ma perché è pedagogica e abitua i deboli ad affidarsi ai loro superiori per risolvere i problemi elementari del vivere senza stupide iniziative rivoluzionarie che accampano DIRITTI.

I deboli non hanno DIRITTI, hanno NECESSITA'!

E veniamo adesso alle altre QUATTRO VIRTU' CARDINALI, virtù che sono il CARDINE che incerniera la vita quotidiana dell'umano che ha raggiunto la dignità della FEDE.

Queste quattro VIRTU' vengono indicate come PRUDENZA, GIUSTIZIA, FORTEZZA, TEMPERANZA.  Di tutte quella che viene privilegiata è la TEMPERANZA, l'abitudine cioé a far i conti con la parte corporea perché si sa "lo spirito è forte, ma la carne...", ed è importante perché l'abitudine alla temmperanza rende più facile la PRUDENZA, intesa come metro di giudizio e scelta finale per arrivare ad una GIUSTIZIA che sia GIUSTA e nello stesso tempo abitua alla FORTEZZA, perché solo un sapiente e forte controllo allenato dalla temperanza può portare a una vera GIUSTIZIA.

Ma il VIRTUALE? Il "virtuale" è solo una alternativa moderna al suono delle campane, alla voce del muezzin, al salmodiare dei monaci, al suono del flauto che fa ballare i serpenti. In un mondo in movimento, epperò in ogni momento raggiungibile, il colloquio con il dio e i suoi interpreti diretti è continuo e istantaneo, se poi per una parte degli adepti questo collegamento significa anche dignità, potere e controllo sugli altri, allora la catena di comando, il passaggio della linea diventa facile e stringente.

Ed ecco che fra poco arriverà la verifica, quando il singolo si troverà a dover esercitare direttamente e singolarmente il POTERE del suo personale mandato spingendo il pulsante o scegliendo la pallina del colore giusto o, come nelle Commissioni, esprimendo un voto esplicito che per sua natura diventa PUBBLICO.

Ed è a questo punto che sarà importante non demonizzare gli ultimi esecutori, evitando di costruire dei martiri, in un mondo complesso come il nostro attuale sarà difficile creare degli zombie ed è la stessa natura caratteriale dei CAPI dei CAPI che favorirà la crescita delle contraddizione interne e, nello stesso tempo, avrà portato nella gestione della cosa pubblica nuovi fermenti, nuovi personaggi che sarebbero rimasti nascosti e sconosciuti.  

venerdì 8 marzo 2013

BERLUSCONI accecato (e l'Italia in lacrime)

C'è aria di lacrime disperate e di pianto, anzi RIM-pianto, nell'Italia che conta, disperata perché Bersani si ostina a non volere il grande INCIUCIO e, anzi, sembra quasi quasi voler rincorrere Grillo.

Ce n’è abbastanza per considerare purtroppo realistica l’ipotesi di un nuovo scioglimento delle Camere, fino a ieri evocata come un disastro da evitare, perché rischierebbe di portare l’Italia in condizioni simili a quelle della Grecia. Berlusconi infatti spera ancora di trovare un accordo con il Pd. Ma Bersani non lo vuole perché cerca a sua volta un’impossibile intesa con Grillo (che il leader del Movimento 5 Stelle a sua volta esclude), e perché spera - inutilmente finora - che il centrodestra, o almeno una sua parte, abbandoni Berlusconi al suo destino. Il risultato di questo carosello di incomunicabilità e la somma di questi anomali fattori ci porteranno quasi certamente a nuove elezioni. Ma non elezioni qualsiasi: stavolta infatti, molto più di altre, l’Italia rischia davvero di andare a rompersi l’osso del collo.

E' la conclusione dell'articolo di fondo di Marcello Sorgi su La Stampa  e non è casuale che a scriverlo sia stato incaricato quel Sorgi a suo addetto al Berluscone dopo che il buono e scodinzolante Minzolini era stato mandato a dirigere il TG 1. 

Già, e se ne parla sotto voce, è in atto tutta una risistemazione dei grandi quotidiani dal Corriere della Sera, La Stampa e via andando (a parte il gruppone Repubblica e dintorni) che prevede l'esubero di 1000-1500 giornalisti e, naturalmente, una registrata tra i vari Direttori. Tutto sembrava quasi deciso poi le elezioni sono andate in modo diverso per il Monti (e non solo) e allora si è ancora in attesa di quel che sarà cercando tuttavia di riuscire ad impedire che il PD voglia sfuggire alla necessità di fare comunella con il PdL, Berluscone SI', Berluscone NO.

Ma se il Marcello Sorgi non basta ecco allora pronto Luca Ridolfi anche LUI immediatamente a pontificare e ad insegnare al PD e ai suoi elettori (pochi? certo non sufficienti a rivoluzionare il mondo ma 3/4 volte più numerosi dell'eroico centro di Fini, Casini e, perché no, del prof. Monti che però, ed è a suo merito, dice che forse è meglio tornare a votare) cosa si deve fare. 

Del resto però bisogna capirlo questo CAPITALISMO ITALICO che ha sempre comandato con i soldi degli altri tanto da essere ben più costoso per la sua arretratezza e incapacità culturale e finanziaria dello stesso ceto politico complessivo, al lordo persino delle ruberie dei politici, qualsiasi fosse la loro targa.

E’ terribile, quel che sta succedendo. Il vincitore morale delle elezioni è Grillo, che ha sfondato per l’elementare ragione che noi sfortunati elettori di questo paese non avevamo alcun altro mezzo per dare un segnale forte ai partiti tradizionali. Ma questa vittoria si sta rivelando inutile, se non dannosa. Il vincitore tecnico delle elezioni, il Pd di Bersani, si sta infatti mostrando del tutto incapace di recepire quel segnale. E il programma in 8 punti varato l’altro ieri nella direzione del Pd ne è purtroppo l’amara testimonianza scritta. 
Io consiglio caldamente a tutti di andarselo a leggere, questo programma che dovrebbe “cambiare l’Italia” (www.partitodemocratico.it). Di studiarlo parola per parola. Di provare a capirne la logica. Perché è una cartina di tornasole perfetta dell’incapacità di cambiare o, se preferite, dell’incapacità di concepire il cambiamento al di fuori delle furbizie della politica. 


VIVA la BINDI

E così, se cercavo una conferma, nella tarda sera di ieri (anzi, per dirla alla sarda, ieri notte) l'ho avuta visto  che il nemico pubblico NUMERO UNO dell'Italia era, anzi è,  il PD e in particolare la BINDI. Mentre infatti finalmente mi stavo più o meno addormentando lontano dal TV con un qualche libro in mano, improvvisamente sono esplose urla, grida, insulti, sovrapposizioni di voci dalla stanza adiacente dove, chi mi ospita, stava amorevolmente ascoltando quella deliziosa e obiettiva trasmissione che si picca di offrire un SERVIZIO PUBBLICO.

Ho cercato poi stamattina di capire cosa fosse successo, intanto sul classico GOOGLE e poi da chi con più completezza aveva goduto del suddetto SERVIZIO PUBBLICO. Io in effetti qualcosa avevo capito, c'era una voce femminile che cercava di ribattere e un insieme (canea, abbai) di voci maschili che si sovrapponevano, incalzavano, urlavano le loro ragioni cercando di convincere quella voce femminile che se ne stesse un po' zitta perché LEI, il PARTITO di cui sarebbe Presidente, sono colpevoli di tutto.

E dev'essere vero, perché anche stamattina alla PRIMA PAGINA di Radio RAI 3 si affermava che è colpa anche della vecchia politica se le donne non votano preferibilmente le donne. E così, disperato e colpevole, sono andato a documentarmi e ho visto che ERA assolutamente vero: le elette PD sono il 41%, quelle con le stelle (anzi stellette visto il clima gerarchico che viege da quelle parti) sono il 38%, tra i più sinistri di SEL circa il 20%, nella LEGA (duri e puri) il 13% e non dimentichiamo gli altri come PdL attorno al 25% e il più o meno centro con il 22%. Da cui si deduce che la Bindi era appunto lì a rappresentare l'antico?

Ma ci dev'essere un motivo che i vari Santoro, Travaglio e molti dei notisti politici dei numerosi seri giornali italiani ce l'hanno con il PD e la BINDI in particolare, buffo perché se c'è una che spesso si dimentica della sua provenienza cattolica sembra proprio LEI.  E se fosse perché ad ogni tornata elettorale non c'è niente da fare c'è un discreto numero di italiani che in quel gruppo in quel partito alla fine si riconoscono? Certo nonostante errori, approssimazioni, mancanza spesso di sufficiente tracotanza elettorale i risultati variano poi però con quegli elettori, con quel partito (anche cambiando il nome) bisogna fare i conti e non si li riesce a distruggere, anche inventando i più strani partitini residuali alla loro sinistra.

Naturalmente hanno la colpa di non arrivare mai primissimi, così si inventò il "porcellum" con il baco tanto che se consentì a Berlusconi di vincere nel 2008 gli permise anche di portare l'Italia nella più impresentabile crisi che si sia conosciuta dal dopoguerra a oggi tanto da dover essere sostituito velocemente per impedire di farcela addosso letteralmente. Sbagliò il PD? Certo, sbagliò anteponendo l'intersse di tutti rispetto a quello proprio, sbagliò a non fare come la Grecia e sbagliò anche in questa campagna elettorale a tenere un atteggiamento concreto e "serio". Ma veramente siete convinti che un PD barricadero, ultras e così magari vincente avrebbemantenuto sostanzialmente tranquilli chi da fuori ci guarda?

Post Scriptum: quel Giuseppe Piscitello che così inveiva spalleggiato e sostenuto dai dos caballeros (il terzo, Gad Leder, in qualche modo svicolava) si è mai chiesto perché i "politici PD" devono essere cacciati e ricambiati mentre gli "imprenditori" invece no a partire dall'imprenditore simbolo, quello finora così abile a schivare la galera?  Credete che sia facile per la politica cambiare se la totalità del DENARO non cambia mai, anzi aumenta la sua quota?

E se fosse questa la paura vera del DENARO (quella che il PD e quelli della sinistra responsabile riesca finalmente a comandare e allora poter invertire finalmente l'andazzo) e allora così botte da orbi a partire dai poveri cristi di SERVIZIO PUBBLICO e compagnie varie?

sabato 2 marzo 2013

PD, BERSANI, un'unica voce

Quanto di risaputo traspare dalle cronache più o meno vere delle manovre nei dintorni del PD a partire dai cavalli storici, i soliti D'Alema e Veltroni che apparentemente si erano ritirati più o meno volentieri dalla prima linea, convinti che tanto sarebbe stata una passeggiata e si preparavano a vedersi ritagliato comunque un ruolo nel dopo vittoria. In fondo non occorre essere parlamentare per fare i Ministri o i grandi Commissari nelle tante situazioni mondiali, come un Clinton o un Prodi qualsiasi.

Ecco quindi la rabbia per propositi e progetti divenuti quasi irrangiungibili, già perché a stare fuori qualche anno è come venir cancellati e allora è meglio  vedere di rappattumarsi con l'altro gigione della politica dotato pure di tanti soldi e bisognoso di collegamenti per non vedersi condannato, il solito Berlusconi. Pur di vedere ridotto a niente quel ragazzo invecchiato (e magari ingenuone) di Bersani va bene tutto ma per fortuna non è più il caso perché adesso è più difficile non vedere le cose con sto De Gregorio che racconta. E racconta belle cose e probabili il De Gregorio facendo coincidere gli interessi di Berlusconi, politici ed economici, con quelli di chi allora era alla Casa Bianca in piena paranoia antisinistra, manco Prodi fosse il difensore ottuso del KATTOKOMUNISMO vindice supremo dei disperati di tutto il Sud del MONDO.

Ci sono frasi che escono in questi giorni che rendono l'idea come ragionano: E poi cosa volete che siano 3 milioni quando le MIE aziende hanno pagato UN MILIARDO allo Stato? E lo dice mentre gli rintrona nelle orecchie la richiesta di condanna a 4 anni di galera più CINQUE di esclusione dai pubblici uffici. CINQUE ANNI, CINQUE ANNI fuori, fuori da tutto, senza immunità, senza possibilità di trasformare i propri derubati soldi in leggi di protezione personale, magari con il rischio di venire smembrato in pezzettini inutili senza neppure la protezione degli amiconi di un tempo. Amiconi come PUTIN che gli suggerisce di starsene a casa o andare dal Briatore perché puzza.

Diciamoglielo allora ai nostri MALPANCISTI che il PD è dei suoi elettori e quel che mi meraviglia è proprio il D'Alema che ho sempre apprezzato anche quando sbagliava, di Veltroni nessuna stima, figlio d'arte e del mondo per il quale il partito era solo un trampolino per restare nel suo vero mondo, quello del potere nominale pronto a coprire in tutti i modi il potere reale fosse quello vaticano o finanziario. L'importante partecipare!

Coraggio Pierluigi, andiamo a vedere il piatto e se qualcuno insiste nell'inciucio spaccare il partito. Alle prossime elezioni si riparte, meglio un 15/20 % di gente seria che questi spezzoni senza altro sogno che il proprio ruolo.


venerdì 1 marzo 2013

OCCORRE AMPUTARE

Il ragazzino era nato un po' prima, dopo neanche sette mesi di preparazione dei nemmeno 1700 grammi raggiunti. A guardarlo era evidente che in fabbrica avevano dimenticato qualcosa e qualcosa era stato montato male, sembrava però che dentro avesse delle buone doti di energia e tutta la voglia di progredire e fu così che gli addetti al controllo diedero l'OK e non l'inviarono al reparto guasti. Furono tuttavia  segnalati una serie di imprecisioni produttive, alcuni banalmente estetici (il viso sfregiato fra labbro e naso, un piede, il sinistro, un po' così) e un altro decisamente funzionale a carico del piede destro. A quest'ultimo inconveniente si sarebbe potuto provvedere con un qualche rimaneggiamento una volta superato il periodo di rodaggio.

E così passò qualche anno, ma quando arrivò l'epoca giusta per gli interventi mirati al Rizzoli di Bologna nell'ambiente intorno si era formato quello che si potrebbe definire con linguaggio casalingo un "gran casino", con bombe, rivoluzioni, guerre civili (non per niente eravamo nel 1946 ed eran già passati almeno 10 anni). Non c'era quindi tempo per questi argomenti così personali per un ragazzino che non cresceva certamente in un giardino socialmente protetto così quel piede cominciò a dare problemi. Sembrava, infatti, che l'impianto di depurazione locale non fosse ben funzionante, lo scarico dei detriti localmente prodotti non venivano tempestivamente smaltiti e inviati alla centrale depurante e così i tessuti via via perdevano tenuta e anche l'impianto osseo di sostegno cominciava a dare segni di affaticamento.

Col passar degli anni (ormai eran 22) il ragazzino si era fatto alto e non un fuscello striminzito e così l'appoggio di quando in quando andava in crisi e si estendevano gli inconvenienti a tutto il resto dell'impianto comune che entrava in quella che chiamavano "setticemia generale". Dall'esterno arrivavano allora bombardamenti estranei di roba che chiamavano pennicillina e streptomicina tanto che dal reparto fegato arrivarono ripetuti segnali di difficoltà e anche a tutti gli altri reparti, interessati a vario grado, non andava di doversi fermare per le manutenzioni almeno un paio di settimane ogni due mesi. Le riunioni telematiche fra gli organi periferici e il sistema centrale del cervello divennero così sempre più frequenti e il check-up ripetuto confermò che il problema partiva da poco sopra la caviglia stessa. Qualcuno propose cheforse si poteva eliminare il pezzo ormai inagibile e dannoso e anche gli addetti dei servizi segnalavano che avevano osservato altri sistemi senza qualche pezzo perso i guerra e sostituito poi con qualcosa.

Si discusse se deciderlo come preventivo (e non solo accidentale) fosse etico ma alla fine si concluse che l'alternativa era molto molto pericolosa. E così fu deciso: AMPUTAZIONE. 

E amputazione fu e passati i primi mesi di assestamento direttamente o indirettamente tutti i reparti confermarono la convenienza di questa decisione.

Ragionando su questo apologo in fondo divertente come i film di una volta, mi viene da pensare che anche questa giovanissima realtà nazionale (poco più di 150 anni) Italia deve porsi il problema di amputare ed eliminare dal potere politico quel reparto fonte continua di inquinamenti e fenomeni corruttori. 

Fenomeni che impediscono all'intero meccanismo sociale di funzionare correttamente e di prendere tempestivamente tutte quelle decisioni e di attuare quelle modifiche indispensabili al miglior andamento comune.  Forse che adesso, finalmente e se le nuove stelle sono sincere e non hanno scheletri nell'armadio, non arriva l'opportunità? Che faranno se verranno richieste di autorizzazioni a carico di eventuali indagati? Avranno il coraggio queste stelline di sostenere che "Cristo è morto dal freddo"?

Fonti:   De gregorio La Stampa  Il fatto quotidiano