venerdì 28 febbraio 2014

RITORNO...

Si trascinava pian piano, scalino su scalino, non eran più i tempi dell'attico al sesto piano con l'ascensore diretto lì, fuori San Vitale (scusate adesso di dice fuori Massarrenti), passato l'attacco della tangenziale e correndo verso Castenaso. Quanti sogni, quanti sospiri e quante avventure, specie di lavoro. Il resto importava niente. Ma in fondo anche adesso, certo era cambiato il palcoscenico, il piano era diventato il primo, ma il rituale non era cambiato. Oddio, anziché parcheggiare l'auto, era sceso dall'autobus e si era fatto quel quasi mezzo chilometro di viottolo, schivando i capannoncini da un po' in disuso, arrivando fino a quella "bella" casupola che un tempo forse era poco più di un pollaio. Già proprio un pollaio come usava con sotto, al piano terra, le poste per i magroni all'ingrasso e, sopra, il pollaio vero e proprio raggiungibile con una scaletta esterna, poi sicuramente inglobata e condonata anche lei, quando una qualche sanatoria aveva trasformato il tutto in una villetta quasi monofamiliare. 

Con il condono successivo, avevano separato il piano terra dal primo e così il primo, 52 metri quadri  ben distribuiti, era diventato un bicamerale (come a Roma) con aggiunta di cucinino e soggiorno e il terrazzino... Usava quell'immagine per suggerire che in fondo era quasi la rappresentazione concreta della politica, due camere per chiacchierare e il resto dove mangiare e quindi raccogliere quanto avevano fruttato le chiacchiere... Ma ormai non c'eran più amici ad ascoltare quelle banali battute, facendo finta di morire dal ridere.

Già il terrazzino, quando sarebbe arrivato dentro casa, intanto era appena al pianerottolo di mezzo quello con il finestrotto, doveva controllare se lo sbarramento aveva funzionato. C'era un gatto che per un suo strano gusto dell'insolito era in qualche modo riuscito ad arrivare fin lì e non riusciva a capire da dove. Veramente non era neppure riuscito a vederlo, ma quel verso sottile, quasi querulo, poteva essere solo un miagolìo. Ancora due scalini e... ecco arrivato. Si vede bene, lo capisce anche un idiota (stava per dìre mentalmente un mona, quasi avesse dimenticato che non era ancora a Trieste e quella era pur sempre Bologna, da più di 50 anni) che avevan sbagliato i calcoli e non c'era neanche un pianerottolino alla fine e toccava stare traballanti sull'ultimo gradino, riuscire a trovare le chiavi, scegliere quella giusta, infilarla nella yale, girare in senso antiorario e nello stesso tempo con la spalla premere contro la porta. Qualche volta rischiava di scivolare, specie se pioveva, amava ripetersi che l'umidità fa ingrossare il legno e lo stipite allora stringe e il piede rischia di  non avere l'attrito necessario per fare tenuta. Magari un tempo i suoi studenti ne avrebbero approfittato per ridere (e farlo contento!).

Fatto! Mai una volta che si ricordasse dove aveva infilato le chiavi, me le devo attaccare al collo (con una catenella lunga, suggeriva suo figlio che adesso era in India o chissàddove).  Gli aveva scritto giusto sei mesi fa, era da qualche parte in quelle isole non ricordava più se Sumatra o Jakarta e scriveva non mi ricordo più se del mare o del cielo blù cobalto (quando non pioveva o non tifonava). 

Ma adesso il problema era il gatto, quell'intruso, chissà che voleva e proprio in casa doveva venire e come entrava poi, lui, i suoi miao e le sue voglie. Però, ma da dove entra... La finestra lì a destra è bella chiusa, l'altra invece pure, rimane il cesso, ma lì c'è uno scuretto, già devo ricordarmi di passare la bomboletta sui cardini per bloccare quel scìovìo appena arriva una brezzol...ina. 

Ma proprio come adesso, ma allora quello non era un miagolìo e neppure una roba querula, era solo un maledetto cigolìo!

Questo post fa parte di un gioco di scrittura tra blogger su parole scelte a turno dai partecipanti. Parole e partecipanti li potete trovare sul blog "Verba Ludica", al link:   http://carbonaridellaparola.blogspot.it/ 


martedì 25 febbraio 2014

HOMO "INSOLITUS STUPIDUSQUE"

C'è un ragazzotto che si aggira per luoghi a LUI sconosciuti, però LUI non lo sa o, forse, semplicemente se ne frega. Noi invece sappiamo tutto di lui, ci sono legioni di attenti osservatori che lo stanno seguendo, valutando per capire cosa ha di così diverso da tutti quegli altri. L'ultima casuale novità è stata oggi l'analisi del linguaggio, analisi attenta tanto da richiedere la presenza di illustri esperti e tutto questo in diretta sul programma gioiello di RADIO RAI 3: farenheit (con l'H al centro, come gli aficionados sanno). 

Già ieri ci siamo resi conto che il TALE era così cafone da tenere le mani in tasca, non ho ancora capito se contemporaneamente ha approfittato per darsi una grattatina ai coglioni, magari attraverso un buco nella fodera interna così tanto da rassicurarsi sulle sue qualità bio-fisiche rimaste inalterate.

Del resto da subito Cuperlo cercava di eliminare quel corpo estraneo alla tradizione e ai sogni dei "veri democratici" vicenda che  alla fine  si concludeva così

Chi assiste a discorsi epidittici è spettatore passivo nei confronti dell’azione e attivo nella valutazione estetica e morale. Il discorso di Cuperlo, tutto teso alla morale, rende di fatto bene la metafora dell’oratore-educatore e dello spettatore che viene formato. Il discorso di Renzi invece sembra giocato su un rapporto tra pari, in cui lo spettatore entra a far parte della scuderia e dei suoi meccanismi interni. Uno è centralista, l’altro sembra più aperto a unire in costellazione luci lontane fra loro.

Purtroppo Cuperlo non ce l'ha fatta ed è ancor più necessario spaziare per dimostrare che quel TALE è un corpo estraneo e che è un fatto accidentale, e, allora, finalmente potremo porre rimedio. Ma non è così semplice perché c'è anche chi la pensa diversamente. E la pensa così diversamente che legge anche in modo diverso come quel tale si muove, parla e si agita. L'esempio viene da parecchi mesi fa,  ma anche se eran giorni più lontani. conviene pur sempre rileggerle quelle righe <così profonde e significanti> almeno quanto quelle che oggi si spendono perché il "colto" PUBBLICO e "l'inclita" GUARNIGIONE si possano arricchire.
  
Renzi, scamiciato e senza cravatta, è l'immagine della politica dell'antipolitica, o dell'antipolitica nella politica. Non ha però bisogno di scomporsi o di sbraitare per farlo capire. Gli basta la sua naturale scioltezza, sorniona e accattivante, per sedurre chi guarda. Gli bastano i toni sottili dell'ironia per far arrivare forte e chiaro il suo messaggio: il modo è di un'aerea leggerezza, anche se le parole sono pesanti come macigni. Le dà, il sindaco di Firenze, altroché se le dà. E sono colpi di maglio. Prende la vecchia politica a sciabolate, a badilate, a randellate; la rottama con il corpo contundente dell'evidenza delle cose.

Chissà chi ricorda il linguaggio poi definito MOROTEO venuto poco prima o poco dopo quello DOROTEO, anche se con doroteo si intende più un modo d'esser politici e con moroteo un modo complesso di ragionare e pensare derivato, raccontavano, dalla MAGNA GRECIA (« Itala nam tellus Graecia maior erat. », dicono da OVIDIO) o più semplicemente maturato in un ambiente socio-politico-economico (come si usa dire) quasi cristallizzato e autoreferenziale. Il tutto poi finito in quel POLITICHESE che era ed è quanto di più bolso, squallido e inutile si possa immaginare, POLITICHESE che in ogni partito rappresentava, e rappresenta, un proprio gergo da iniziati e da collusi.

CAMBIERA' QUALCOSA? Me lo auguro, immaginare i politici, i dirigenti, gli  alti funzionari che parlano come mangiano (e un lascito di mia madre: scorr coma at mégn), magari togliendo quelle tante saporite cadenze dialettali indice così certo e cartina di tornasole della loro piccineria culturale e mentale.

Già questo sarebbe un grosso lascito di questo ragazzaccio toscano, che vi ostinate a considerare democristiano e che forse è semplicemente una nuova Italia stufa e che vorrebbe farsi ascoltare senza dover sottostare a ritualità fasulle e gerghi settari e che sbagliando spera di aver trovata una strada diversa rispetto ai tanti più o meno fasulli forconi, cicaloni, grilloni, sinistri veri, forzitaglioni e più ne conoscete più ne trovate.

PS: chissà cosa sarebbe diventato Mussolini se invece di un incarognito Vittorio Emanuele III avesse avuto come capo dello Stato un banalissimo NAPOLEONITANO, con tutti i suoi limiti e pregi di vecchio comunista obbediente nel far da DESTRA nel PCI di Togliatti, Longo, Lajolo, Pajetta, Di Vittorio etc. etc. etc.


sabato 22 febbraio 2014

MILITE IGNOTO



Strane coincidenze, stanotte ho dormito sul divano, quello che sta di fronte al televisore, oggetto che di solito non condivido molto anche perché non ci sono molte coincidenze di interessi fra me e chi maneggia quel coso che decide i canali e tutto il resto. Non che io abbia gusti difficili, anzi, son rimasto ai vecchi western e di roba moderna ampiamente riciclata di solito mi accontento delle serie del tipo Criminal minds o simili sulle reti di skype che guardo sulla TV della mia padrona, quando lei è fuori. Stanotte invece ero a Cagliari in casa d'amici.  E naturalmente mi sveglio sempre prestissimo così ho curiosato in TV e sul 3, ore attorno alle 06,  c'era una serie di film Luce datati Novembre 1921. Per i curiosi  c'è una PART 1 e una PART 2, anche se stamattina era diviso in 4 parti. 

Intanto è stata una carrellata dal vivo, per quel che è possibile quando è il potere che dirige le cose, ma la folla, la compostezza, il vivo interesse di strati sociali diversi allineati lungo il percorso durato più giorni dai luoghi di quella guerra cancellata dai nostri ricordi (dovrei scrivere vostri, ma ormai non è del tutto vero) fino a ROMA mi hanno colpito. Così come la grande importanza di uniformi di ogni ordine e grado. E in quegli anni la nostra NAZIONE era percorsa da scontri durissimi e quella guerra era costata attorno a 700 mila vittime oltre ai feriti mutilati e simili dolorose conseguenze, eppure stranamente non si notano turbolenze o quelle solite cose che così abitualmente incontriamo ai nostri giorni. E all'epoca furono mandati a morire intere leve d'età e da regioni lontane, gente che a malapena conosceva la sede più vicina di governo locale e del potere centrale l'immagine più diffusa era quella dei carabinieri alla ricerca di renitenti o dei dazieri a controllare se i carretti erano dotati di quella targhetta annuale che doveva decorare qualsiasi veicolo girasse per strade o mulattiere.

Sarà paranoia mia, sarà condivisione istintiva, sarà che chiamandomi Benito tutto diventa ovvio ho notata molto meno retorica di chi oggi inneggia o combatte il PD o i Grilli con le Stelle, o combatte contro le TAV di turno o campa, come certi quotidiani, sulle altrettanto quotidiane miserie d'Italia (sempre naturalmente responsabilità di altri). Oppure ancora si abbandona a piangere sulla povera gioventù che all'epoca di cui sto parlando quasi non c'era visto che il 90% degli umani italici passava dall'infanzia all'essere adulto in una età compresa fra gli 8 e gli 11 anni.

Se avete voglia di quasi conoscere i vostri bisnonni guadate questi you tube ricavati dai Film Luce.

mercoledì 19 febbraio 2014

PIACERE E SCEGLIERE? per molti in Italia è un problema di pancia e di FEDE.


Strano come gli stessi fatti visti da occhi diversi appaiono addirittura di verso opposto, anche se forse non dovrei meravigliarmi. Oltre 2000 anni di dogmi e di verità rivelate qualcosa dovranno pure avere influito tanto da costringersi a vedere o tutto bianco o tutto blù, o rosso e comunque monocorde.

C'è una antica barzelletta che correva, e forse ancora corre per le campagne e i bar della mia Romagna (al 75 % l'altro 25 % è a EST, dall'altra parte del  confine). Un ragazzotto aveva preso una sbornia affettiva per una tipa che agli occhi dei suoi compagni di briscola e di vino era quanto di meno idoneo ed adatto e cercavano di sollevarlo da questa folle ubriacatura. A un certo punto fecero al loro compagno una proposta "fa in manira d'avdérla in tént cla chega". E lui da bravo sodale fece in modo che quel vederla (avdérla) accadesse, poi ci rimuginò e ci ripensò, ben consapevole che la risposta avrebbe potuto fargli perdere il rispetto dei suoi amiconi.

Comunque alla fine dovette ammettere:
 "a jò pruvé, um spiés, l'am piéz neca ad piò".




domenica 16 febbraio 2014

FEUDALESIMO ELETTORALE.



TUTTO era cominciato da qui, proprio mentre mi preparavo per capire dove fosse il seggio a Sorso, via TIRSO, scuola elementare. Proprio in apertura del PC in bella vista. Così ho risposto in modo conseguente al post che troneggiava nel sito STELLATO <DOSSIER-TRICOLORI> dicendo che io ero ancora più coglione visto che avevo investito più di 50 euro in gasolio per andare e tornare da Cagliari, dov'ero, a SORSO dove andavo a votare. Ma cosa devi votare, m'han chiesto. Come, non lo sai? Poi ho capito e la mia risposta era fin troppo facile: Ah, è vero, voi non ci siete, chissà come mai visto che alle politiche ultime avete avuto quasi più voti di tutti. TUTTI CAGASOTTO?

Il colloquio si è interrotto lì e il dubbio mi è rimasto, chissà perché? dicono che c'eran stati un po' di guerre intestine e così i due MAMMASANTISSIMA han deciso di desistere ad evitare quel che già era successo altrove (non solo in Friuli), il deflusso dei numeri. Problemi locali. Problemi locali ripetuti anche altrove... FORSE.

E  così, TOM TOM aiutando ho trovato la scuola elementare di via TIRSO a SORSO, comune montano in provincia di Sassari. Bella scuola, parcheggio ampio, maresciallo in sereno e cordiale colloquio con qualche, almeno credo, notabile poi ricerca di dove fosse il seggio Nro 9. C'era il 7 e pure l'8, poi c'era il 2, povero vecchio qual sono ho sbirciato e un ragazzino (dio come son giovani anche a 20/30 anni) m'ha detto AVANTI, si fidi. Si son sbagliati. (un lampostil a correggere, NO?).

Passato il controllo identità e idoneità ricevo la scheda, ed è proprio qui sotto, guardatela bene.


Aperta è circa  cm 50x40, si piega a tre settori per il largo, poi di nuovo a metà e poi in verticale di nuovo a metà. Ci stava a malapena aperta nella cabina. E poi si dice il SISTEMA ELETTORALE...

Non è solo la stratificazione tipica della "balentìa" sarda che in pratica significa che in verticale quello sopra domina tutti quelli sotto, mentre in orizzontale libere botte da orbi, è proprio l'immagine di questa nostra miserabile Italia incapace di rinnovarsi ed emanciparsi a cominciare proprio da questa scheda che rappresenta I GRANDI FEUDATARI (i candidati "governatori") e poi tutti i vassalli e relativi valvassori e valvassini a garantire che il popolo è sotto controllo.

venerdì 14 febbraio 2014

CRONACA DI UN GIOVEDI...



E così era di nuovo giovedì, giorno importante da sempre a Porto Torres, il giovedì, pochi chilometri da Platamona, Villaggio Grigio, Condominio Marina di Sorso. E allora con 'sto GIOVEDI', giorno di mercato con decine e decine di bancarelle di ogni forma e misura per centinaia di metri alla destra entrando da fuori in Via PIER delle VIGNE, nato a Capua forse nel 1190 per morire in Toscana nel 1249. 

Reminiscenze culturali per un personaggio non proprio di prima fila per i ricordi del liceo e neppure per le toponomastiche cittadine. Eppure qui è una stradona piena di ambizioni a doppia carreggiata con negozi e supermercati importanti sovradimensionati per nemmeno 23 mila abitanti che diventano però oltre il doppio in stagione e ancor più comprensibili se lo sviluppo di porto ed industrie fosse rimasto ai livelli immaginati quando il denaro pubblico pareva inesauribile. E così quella stradona a doppia corsia va a sbattere nel finale contro vecchi capannoncini e case e non ha più spazio per decidere se essere un "asse attrezzato" , una circonvallazione, una "strada a scorrimento veloce" o banalmente dove si parcheggia comodamente... 

Comodamente? a parte appunto il GIOVEDI  "giorno di mercato" al servizio di una zona con un diametro di almeno 30 km abitato da un misto di pensionati, turisti, sempre meno di mano d'opera industriale, campagna e un residuo di allevamento anche ovino all'aperto e poi residence, campeggi e via raccontando.

Ma lasciamo la Pier delle Vigne (da VOI c'é?) mentre sbatte contro il confine e vi costringe o a deviare a destra verso il centro e il mare-porto con le solite Via Vittorio Emanuele e via Roma che in Sardegna ci sono sempre per quanto piccolo sia il paese, oppure a sinistra sulla Via Sassari che diventa ss 131 e arrivi non solo a Sassari ma al resto del mondo, mondo SARDO e non solo perché al resto ci pensano aeroporti e traghetti. Dico lasciamo perché l'obiettivo è il mercato e le sue già dette 10/100 bancarelle, il clima efficiente e concreto che solo una antica tradizione di acquisti e contrattazioni incuriosisce e trasforma il colloquio carrello scaffale con quello più umano fra me che ci ho i soldi (pochi) da spendere e quei simpatici uomini e ragazze che sanno come convincermi a non fare il tirchio ragionando di contante per distrarre l'occhio dalle bilance.

Ma tutto questo è il dopo, perché al momento sto ancora ascoltando Radio Rai 3 da prima pagina ché questa settimana, per fortuna, non c'è il, anzi la, giornalista di Libero (che poi due settimane fa forse si erano sbagliati perché han mandato una che pareva di Rifondazione, quella di una volta) ma uno tutto bravino da Il Sole 24 Ore e si può ascoltare senza "alterarsi" troppo. 

La giornata era molto tranquilla in questa bella camera con uso di cucina e dei soliti servizi, compresi gli alberi tutti attorno e il mugghiare del mare oggi anche lui quasi tranquillo che sarà a nemmeno 200 metri (costruzione di qualche decennio fa, in deroga). E tra i servizi c'è ovviamente il bagno con tutti i necessari accessori un po' miniaturizzati e, al solito, debbo fare i conti con le abitudini della mia coinquilina (e padrona) che non chiude mai niente, fossero tappi di bottiglie, cassetti, sportelli e ante, anzi l'anta in vetro del solito mobiletto sopra lavandino (dove di mio c'è solo un residuo di rasoio elettrico) e con la quale anta ho un contenzioso continuo.

Capita infatti che io sia abitualmente distratto e incapace e quindi quando mi alzo dalla posizione classica... SBANG... vado a sbattere  contro lo spigolo vivo, anche se a volte però ho come una intuizione e allora correggo l'elevazione e lo spigolo lo sfioro solamente, cioè la scanso, e la giornata butta sul buono. 


Qualche volta mi vien da pensare che la padrona lo faccia apposta, quasi con cattiveria nel lasciare l'antina aperta, poi ci ragiono e non mi pare sia tipo da cattiverie tanto più che con l'affitto sono pressoché in regola, puntualmente in ritardo dei soliti due mesi, però mi arrangio con i lavoretti e tengo tutto in ordine, a parte la mia stanza. E poi contribuisco anche agli approvvigionamenti generali, l'altro giorno, ad esempio, ho provveduto ad una scorta di 3 pacchi di ben 18 rotoli belli azzurrini di carta crespa che sono l'ideale per l'igiene urgente specie se il bidet, al solito, fornisce bella acqua superrefrigerata solo quando l'autoclave funziona.

E il mercato?  già il mercato mi sa che ci vado giovedì prossimo, alle 10 torna il sequel di PRIMA PAGINA e mi incuriosisce cosa diranno al solito gli esperti, quelli veri e seri, quanto a quelli del web son tutti i prevedibili e soliti discorsi di gente che vive in un suo mondo ideale e mi son sempre chiesto ma chi è che commenta in orario d'ufficio e di lavoro... non dev'essere gente costretta alla scrivania da un padrone cattivo ed esigente, né devono essere a uno sportello con tanto di fila, forse saranno nel quieto di un ufficio in "pausa WEB"...

PS: stamane libertà assoluta, la padrona è da una sua figlia per un paio di giorni e l'unica incombenza importante è occuparmi della sua cagnolina. Quando c'è la padrona è per me inavvicinabile e mi ringhia i suoi avvertimenti, quando siamo soli invece mi guarda supplice, si sa mai che mi cada un biscotto o qualche pezzo di prosciutto o bistecca. Son d'accordo anch'io, scatolette e granellini per cani non devono essere il massimo.

PS bis: dopo attenti scavi archeologici e consultazioni anche sul TOM TOM, la via non era in onore di Pier delle Vigne ma in ricordo di quando quella zona era, appunto, ricca di VIGNE e quindi deve intendesi VIA DELLE VIGNE.


DIMENTICAVO Questo post fa parte di un gioco di scrittura tra blogger su parole scelte a turno dai partecipanti. Parole e partecipanti li potete trovare sul blog "Verba Ludica", al link:   http://carbonaridellaparola.blogspot.it/   

suggerisco Angelo Tasca




e il suo Nascita e Avvento del Fascismo che pochi credo, fra i meno vecchi, conoscano o ricordano, non fosse altro per quanto poi accadde negli anni successivi all'interno del PCI divenuto ospite e prigioniero del PCUS.

nel dopoguerra, dal 1918 in poi, tutto poteva accadere e accadde solo quello che l'insipienza politica di un certo modo di fare politica a sinistra poteva ottenere.ermae 

PS: non per questo intendo affermare una somiglianza fra Mussolini e Renzi ma solo come un certo modo di intendere, piagnendo, la sinistra può predeterminare il futuro in una situazione di disagio sociale, economico e politico. Oggi certamente diverso, ma soprattutto perché il contesto europeo è diverso. Questa mia lettura di più di 60 anni fa mi è sempre apparsa importante anche per il diverso destino  che il futuro determinò per i tre, TASCA, GRAMSCI, TOGLIATTI.

lunedì 10 febbraio 2014

in MEMORIA di un RICORDO




Per caso ho fatto liceo e università a Trieste, quella del TLT e poi del ritorno dell'Italia, per caso mia nonna è di Lubiana e mio padre e i suoi fratelli son nati a Trieste, per caso sono ben informato sulla Croazia compreso Ante Pavelic e il cardinale "martire" Stepinac, per caso so che a Trieste c'era la Risiera con la sua ciminiera funzionante, per caso so che la presenza italiana, scusate veneta, è stata molto forte in ISTRIA e in DALMAZIA ma fino a pochi km all'interno dal mare.

Per caso quando si ricorda è bene non ricordare a pezzi di comodo altrimenti non è ricordare ma aizzare e mettere di nuovo l'odio, l'orrore, la violenza e le BALLE di parte al centro del supposto RICORDO. Per caso negli anni giovanissimi ero un attivista MSI che ha voluto capire i perché non così facilmente comprensibili.

E non per caso utilizzo un articolo onesto de  Il Manifesto con il quale di solito non vado particolarmente d'accordo.






giovedì 6 febbraio 2014

NAPOLI NAPOLI NAPOLI

C'è una notizia oggi che ricorre su molti quotidiani, notizia che in fondo è una non notizia se non fosse per l'intervento di un extra comunitario, meglio immigrato, a tentare di bloccare  il "solito" scippatore a spese della "solita" inerme passante. E mi è venuto da sorridere ripensando ad anni lontani. O forse non erano anni lontani, eran solo meno di 34 anni fa.

A Napoli c'era il Congresso della Società Italiana di Radiologia Medica a Castel dell'Ovo, io collaboravo con una ditta bolognese che produceva "tutto per la radiologia" così decidemmo di parteciparvi come espositori in un modo insolito, provvedendo al BAR. Così secondo il nostro stile patimmo da Bologna con pate delle attrezzature necessarie e scorte di prodotti e io mi caricai nella vecchia e asmatica Opel Record diesel della cassa (presa a nolo). Naturalmente arrivai ultimo (alle undici della sera) alla bettola dove ci eravamo dati appuntamento e parcheggiai, era proprio lì vicino, davanti a una banca con tanto di guardione in divisa. Lasciai appesa dietro la giacca (capo d'abbigliamento per me inusuale) e l'ingombrante aggeggio.

Fui accolto dalle solite battute relative ai miei orari e ai miei mezzi di trasporti. Erano i 4 venditori (pressoché ragazzini sui 24/25 anni), i titolari (marito e moglie) e il paio di impiegate carine che avrebbero intrattenuto i medici servendo bibite, caffé e sorrisi. Il clima era ovviamente quello solito da vacanza e speranze operose e io divenni il bersaglio di battute su come avrei trovato la mia macchina. all'uscita. E ebbero ragione, il guardione non c'era più, il finestrino posteriore era rotto e naturalmente giacca e cassa eran spariti.  Naturalmente chiamai il pronto intervento polizia. E arrivarono con calma aprendo con: ma VOI non sapevate dove siete? Già, non lo sapevo, sapevo di essere in una zona "centrale", non pareva la suburra, comunque evidentemente ero fuori. Di testa e di tutto. E le risate dei colleghi alle spalle del "comunista" (democratico non era ancora di moda) e del difensore dei meridionali e simili, anche se la mia conversione dal MSI al PCI era ancora in fieri e mi godevo il PSI pre-Craxi ed ero orgoglioso delle mie origini proletarie (cominciai a votare PCI e successive denominazioni dopo la morte di Berlinguer).

Ma torniamo ai fatti, vicino al luogo del delitto c'era un grosso parcheggio di taxi e da lettore di gialli Mondadori andai a chiacchierare per sapere se c'era possibilità, pagando, di recuperare la refurtiva (anche perché una parte di quel coso era rimasto nel baule). Mi suggerirono il nome di un bar lì vicino e nei giorni successivi andai a sondare, senza risultato, poi arrivò ovviamente l'ultimo giorno e, vestito da viaggio da passato quarantenne con sprint (jeans e camiciola fuori), mi avviai al solito bar e siccome i jeans erano stretti tenevo il portafoglio con tutti i miei averi SALDAMENTE in mano, così saldamente che ci pensarono due bei ragazzi eleganti e GIOVANI a strapparmelo di mano. 

Ma fin qui siamo nella norma, io reagii e nonostante un pezzo di gamba fosse sintetica ero quasi riuscito a brancarne uno quando un gruppo di adulti maschi e femmine, vestiti più che decentemente che stavano attorno a un carretto distributore di molluschi mi si misero per traverso tranquilli, come se fosse loro dovere da bravi cittadini bloccare l'estraneo visitor che, appunto, non aveva capito dov'era. Ebbi un crollo e mi abbandonai a una sequela di inutili insulti poi tornai in albergo sperando di trovare ancora qualche collega e fui fortunato perché riuscii a racimolare il contante per il ritorno (le carte di credito erano ancora di là da venire). Per il rimborso del pezzo rubato mi fu concesso una dilazione, il carrozziere invece NO.  

Da allora non sono più tornato in quella città, non per il rischio ma mi è rimasto quel senso di solidarietà interna e interclassista e irragionevole che pare esistere e che il fatto iniziale sembra confermare. PECCATO. Eppure per lavoro nel restante meridione, campania inclusa, ci ho passato olte un mese all'anno per vent'anni senza dovemi accorgere di non essere in casa mia.

sabato 1 febbraio 2014

ERA FEBBRAIO 1945. ANZI era il 2 giugno 1946...



Siamo nel 1945 nei fatti ci sono due ITALIA, quella al di là della LINEA GOTICA dove si stava cercando di avviare una ITALIA DEMOCRATICA, e quella dove vivevo io e molti altri dalla Linea Gotica verso Nord, ancora in attesa che l'occupazione tedesca finisse. E così non avevo ricordi di prima mano se non perché proprio oggi per caso leggevo una notizia: il giorno 31 gennaio 1945 veniva decretato il suffragio elettorale femminile, con effetto a partire dal 1 febbraio 1945.

Il 30 gennaio 1945 nella riunione del consiglio dei ministri, come ultimo argomento, si discuteva del voto alle donne. La questione fu esaminata con poca attenzione ma la maggioranza dei partiti (a esclusione di liberali, azionisti e repubblicani) si dimostrò favorevole all'estensione. Il 31 gennaio 1945 venne emanato il decreto legislativo luogotenenziale n. 23 che conferiva il diritto di voto alle italiane che avessero almeno 21 anni. Le uniche donne ad essere escluse erano citate nell'articolo 354 del regolamento per l'esecuzione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza: si trattava delle prostitute schedate che lavoravano al di fuori delle case dove era loro concesso di esercitare la professione

Interessante notare che non erano d'accordo LIBERALI, AZIONISTI, REPUBBLICANI. In pratica i partiti che rappresentavano meglio la classe dirigente erano tutti contrari e cioè CONTRO erano la CULTURA UFFICIALE, quella delle Università, delle Accademie, i GRANDI GIORNALI e poi i potentati dell'  ECONOMIA, della BUROCRAZIA.  Persino Mussolini, sollecitato da D'Annunzio, aveva sollecitato un diritto al voto femminile limitato alle elezioni amministrative (poi non se ne fece niente perché preferì i Podestà ai Sindaci).

Concretamente la prima volta che le donne poterono esercitare questo diritto fu in occasione del Referendum, e quindi per la scelta fra Repubblica e Monarchia. Chissà se fosse per in qualche modo orientare il risultato anche del Referendum  prossimo venturo. Certo l'assenso pubblico di Pio XII al voto femminile partiva dal presupposto   di un migliore controllo rispetto  a quello del PCI e degli altri CATTIVONI.

Che sia stata avvertita come una grande conquista ne ho avuto una piccola dimostrazione da un quaderno a righe, stile elementari, ritrovato anni dopo fra le cose di mia madre con sopra incollati pezzi di volantino relativi a tutto questo e poi alle elezioni successive. Io all'epoca ero prima in collegio e poi in Seminario fino alla fine delle medie inferiori.

La foto d'apertura è uno specchio dell'epoca, specie se si pensa che viene da un paesino del padovano e non è casuale questo muoversi in gruppo alla faccia dei vecchi facendosi coraggio l'un l'altra.