domenica 16 marzo 2014

UN RICORDO DECISIVO.



Eppure anche stamattina avevo comprato i soliti quotidiani, mi ero sorbito i paginoni di Repubblica con i ricordi del vecchio fondatore ed i suoi ricordi di colloqui a due e tre voci. Mi era tutto scivolato via, come previsto e prevedibile. Poi stasera su Rai 3 c'era una ripresa di quelle ore, di quella folla, e, sarò limitato, di quel pulmino essenziale, forse patetico, quasi raccattato all'ultimo minuto con senso sparagnino, sommerso e disperso in quel mare di folla, ricco più di canti che di bandiere, perché le bandiere eran dentro e i canti, quelli di sempre, eran gli stessi che avevano accompagnato e tuttora accompagnavano le rudi lotte di fabbrica e della vita. 

Son tornato allora in quella dimensione di vita, di speranze, dimensione non poi così lontana guadando il calendario, stupito che fossero passati SOLO 30 anni e che io all'epoca fossi già decisamente grande, come dicono qui in Sardegna, già verso i 50.
E son ritornato a rivedermi con gli occhi di allora e nel ribollire, quasi un marasma, di contraddizioni, di speranze, di sensazioni e di fughe verso il personale individuale. Stranamente proprio in quei giorni c'era un clima di riappacificazione complessiva, uno dei primi a visitare "la salma" era stato Almirante senza particolari meraviglie nè dalla sua nè dalle altre parti. E quel mondo lo conoscevo bene, anche se lo MSI bolognese era altro rispetto a quello di Trieste dove ero cresciuto, decisamente retrò, ostensivamente labari e saluto alla mano, nonostante fosse stato la città di Arpinati.

C'era altro che in qualche modo divideva, come i residui del'68 e i pochi del '76 , molto però veniva in gran parte riassorbito dal partito  (a Bologna "il partito" era, e in parte ancora è, il PCI). Qualcuno dei colleghi che anni prima giocavano al pallone in classe stava entrando nei ranghi, tutti gli altri dispersi nei corsi comunali parascolastici li avevamo immessi in ruolo superando ostacoli di titoli di studio e riconoscendo anzianità indipendentemento dal possesso dei titoli (a Bologna tra istituti tecnici maschili e femminili, scuole dell'infanzia, nidi, dopo scuola medi ed elementari tutti gestiti dal Comune eravamo più di 3000 e io ero il quadro UIL-UNDEL delegato). Era in atto quel che capita dopo una burrasca, c'è una decantazione delle acque così che tutto sembra limpido. Nel mio piccolo io avevo lasciato il riferimento politico MSI, ero passato nelle vicinanze del PSI, ma in rotta di collisione con i craxiani locali e l'occasione per la rottura finale fu un congresso sindacale quando non me la sentii di votare alcuni nomi solo perché così era l'ordine.

E fu così che decisi, forse anche sotto l'emozione dell'avvenimento, di cominciare a votare PCI, difetto che continuai ad avere da allora votando per tutte le successive denominazioni senza più partecipare neppure marginalmente all'attività partitica. C'era già molto da fare nei casini personali e nel lavoro anche extrascolastico.

13 commenti:

  1. qui a Sassari oggi c'è fermento per l'anteprima del film "Quando c'era Berlinguer " con regia di Veltroni.( il cinema sua vera vocazione e stendiamo velo sulla sua vocazione politica). fermento ed emozione. nostalgia di una perdita . come ci fu anche quel giorno in cui arrivò la notizia della morte di Enrico Berlinguer. 11 giugno 1984 ricordo a scuola ci fermammo tutti insegnanti bidelli personale genitori e ci guardammo in silenzio. e le sue parole espresse nel 1981 sono ancora vive "in Italia la questione morale esiste da tempo ,ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perché dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia delle istituzioni ,la effettiva governabilità del paese e la tenuta del regime democratico "
    la questione morale .da meditare . oggi che siamo nello sterco dove non spuntano i fiori.
    grazie del post Kreben e del ricordo. io voglio mettere qui una foto di Berlinguer in un ricordo di giorno suo alla Pelosa la spiaggia di fronte all'Asinara.
    Berlinguer

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    1. grazie della visita e del commento e grazie anche della foto che rappresenta in modo evidente uno degli aspetti spesso trascurati e cioè l'amore profondo di Berlinguer verso la sua terra. E' interessante ricordare che l'Isola Piana era storicamente della famiglia Berlinguer e fu donata alla comunità sassarese a condizione che fosse mantenuta per sempre nello stato naturale in cui si trovava. E questo in tempi nei quali la difesa dell'ambiente e della natura non erano certo di moda.

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  2. ricordo che un vecchio compagno (stalinista) che mal sopportava Enrico, nella sede del pci, quando vedeva questa foto, diceva, sorridendo, toglietemi questa foto di questo tipo con la giacca a vento

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    1. vista con gli occhi di allora poteva sembrare una eccentricità da GIOVIN SIGNORE. Nel mondo fin troppo sbracato di oggi è come un momento sereno di mare, di luce, di vento fuori dai soliti casini e problemi grandi e piccoli...

      PS: sto tentando un piccolo corso di sardo (il dizionario ce l'ho da un pezzo) per pote meglio apprezzare il tuo ultimo POST. Un saluto :)

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    2. ....e insieme al dizionario sardo .anche il libro di Giuseppe Fiori "Vita di Berlinguer " Laterza 1989 clicLIBRO

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  3. i vecchi compagni stalinisti che cercarono di far fuori Berlinguer in Bulgaria.
    «E ora compagne e compagni, vi invito a impegnarvi tutti, in questi pochi giorni che ci separano dal voto, con lo slancio che sempre i comunisti hanno dimostrato nei momenti cruciali. Lavorate tutti, casa per casa, azienda per azienda, strada per strada, dialogando con i cittadini, con la fiducia per le battaglie che abbiamo fatto, per le proposte che presentiamo, per quello che siamo stati e siamo… è possibile conquistare nuovi e più vasti consensi alle nostre liste, alla nostra causa, che è la causa della pace, della libertà, del lavoro, del progresso della nostra civiltà». Sono le ultime parole pronunciate da Enrico Berlinguer,, sul palco di Piazza della Frutta di Padova il 7 giugno del 1984, durante il comizio di chiusura della campagna elettorale per le elezioni europee; quello che sarebbe stato il suo ultimo comizio. E anche con queste parole egli si consegna alla storia politica del nostro Paese, lasciando di sé per concorde giudizio dei commentatori – di allora e di oggi – l’immagine di un uomo apprezzato per le qualità umane e il rigore morale e intellettuale, per i modi della comunicazione e il valore documentario – talora fondativo – dei suoi discorsi e interventi pubblici.
    Berlinguer cliccaqui

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    1. nei momenti difficili della storia c'è sempre qualcuno che MEGLIO sa indicare le strade da percorrere e seguire. Poi passato il momento si torna ai soliti balbettii senza senso. Per fortuna ricapitano le occasioni di ri-meditazione, speriamo che la antica piantina ributti germogli vigorosi.

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  4. I tuoi ricordi sono qualcosa di particolare perché diventano spesso anche ricordi legati alla Storia di questo Paese. Leggerli e leggerti è come analizzare certi periodi del passato che hanno toccato l'anima di tutti ed assaporarli se non li si è vissuti o riassaporarli sotto la luce del tuo personale ricordare e rivivere.

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    1. ho avuto la "fortuna" di vivere in un mondo di passaggio al confine fra colture sociali diverse e senza la mediazione di famiglia o contorno. E fortuna nella fortuna, non sembri falso, qualche guaio congenito mi ha abituato a valutare vantaggi e svantaggi prima di muovermi. A questo aggiungo quel che può sembrare una battuta, nei primi mesi di seminario (dove andai contro la volontà di mia madre, sana contadina fascista e quasi atea) a un certo punto della funzione serale quotidiana bisognava MEDITARE. Ci son volute settimane prima di capire che potevo rimuginare quel che era accaduto quel giorno e, non sempre, poter valutare i perché e i percome della gionata.. Poi me ne andai sbattendo la porta a 14 anni e spesso prevalse un carattere piuttosto irruento,almeno nell'uso delle parole.
      E, se già non l'hai fatto, leggi Sistema Periodico di Primo Levi, a volte i Chimici sono diversi dagli altri (senza volermi paragonare a quello che è il mio mito, ci mancherebbe).

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  5. Benito, ciao, ti ho risposto altrove su un equivoco :)
    Condiviso pienamente il commento di Daniele. E ti confesso che da quando ti leggo mi è spesso balenata per la mente l'idea che qualcuno dovrebbe raccogliere le tue memorie.
    Ciao, io sono in fase "ritiro spirituale" e commento poco. Però leggo.
    Antonella

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  6. grazie. E' una idea che mi balugina. Dovrei raccogliere un centinaio di pagine sparse negli anni. C'è hi mi aiuterebbe sol che mi decida a rileggere. MA SONO TIMIDO (e decisamente pigro).

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