venerdì 23 maggio 2014

gara dura, caro amico

La FRUSTATA arrivò improvvisa e imprevista e la sorpresa fu molto più forte del dolore, eppure avevo fatto tutto come dovuto, tornando quasi sull'aia con il carico di casse di quelle belle pesche gialle e sode, HALE le chiamavano. Tutte ben collocate nelle casse rientrando dal campo di Maduno in quel di San Pospero di Imola, avevo tenuto il passo come prescritto, specie nello scavallamento dell'argine del Santerno proprio dove il fiume si impigrisce e perde tempo in una specie di rotonda che avvolge quasi tutto il podere. Il guaio è che non m'ero accorto che le briglie di sana corda di canapa si erano girate tutto attorno alla coscia della mia gamba gigia di quindicenne cittadino e così appena il somaro provò a girare la testa con un brusco scrollare di collo  per cacciare il moscone che lo disturbava, allora la briglia pensò bene di  ferirgli l'angolo della bocca e così, spaventato, si era buttato al galoppo, galoppo che tra scossoni di casse traballanti si arrestò solo alla fine, quasi all'ingresso del PORTICO. 

Quel portico prospiciente la stalla dove forse cercava solo una sana sorsata d'acqua così da placare in qualche modo lo strappo del morso che lo costringeva all'obbedienza, e io intanto guardavo il segno sanguinante sulla soffice e grassoccia coscia di un ragazzotto di città, per di più seminaristino spretato, e per di più anche rientrato da quella Trieste che da poco più di un anno mi ospitava con i miei.   

Lo so bene che mi pensavano una specie di RIPIEGO e prima avevano provato a collaudarmi per raccogliere le pesche, e di lì tutta una storia perché dovevano avere il giusto grado di maturazione, ma non troppo, e anche di colore mi raccomando, si compra con gli occhi, e nonostante quelli sul campo avessero deciso così, a mio zio Arcangelo, detto Canzì (l'accento deciso sulla "i"), non andava e aveva scosso la testa e lui il mercato lo conosceva bene e sapeva bene come dovevano essere quelle pesche per meritarsi 80 lire al chilo (e 2000 quintali era un bel lavorare e guadagnare). 

E me l'avevano ben suggerito anche quelle toste spose che mi prendevano in giro per i miei sguardi incerti e curiosi che nascevano anche dagli ormoni, quegli ormoni che, a mia insaputa o quasi, lavoravano sodo. Ma sode erano anche loro, così ben coperte dai fazzolettoni per evitare quel caldo colorito da contadine che le avrebbe marcate evidenti andando in città al mercato. In compenso ogni tanto dovevano pur asciugarsi il sudore del sole agostano e il fazzoletto che scendeva anche nello scollo scopriva allora carni sode e ben mobili quando il braccio s'alzava sui rami più alti. E se il colore era protetto, non altrettanto protette le ascelle con quei bei cespugli neri neri che solo anni dopo sarebbero stati proditoriamente sconfitti dalla CERETTA.

Va provata quella carnalità che aleggia intorno, condita dal sole, dal chiacchiericcio irridente e non troppo leggero di donne che sanno quel che significa la fisicità del vivere e ricordano non solo nel pensiero com'è nell'adolescenza l'effetto delle parole sull'ancora sconosciuto e misterioso divenire del crescere.

Già quel crescere... E così ti ritrovavi con dei blocchi muscolari, chiamiamoli così, provocati dall'accrescere imprevisto di parti quasi sconosciute e spesso incontrollate che ti modificano il muoversi tanto che quasi classificherei  come appartenenti a una sindrome da DISTONIA, per fortuna transitoria, così transitoria che in tarda età quasi scompare tanto da non ricordarsela quasi!  




NB: DISTONIA è termine lontano dalle mie conoscenze specifiche e culturali, è stato mediato da varie informazioni, come anche questa.



Questo post fa parte di un gioco di scrittura tra blogger su parole scelte a turno dai partecipanti. Parole e partecipanti li potete trovare sul blog "Verba Ludica", al link:   http://carbonaridellaparola.blogspot.it/ 

6 commenti:

  1. Bel post, e la carnalità che trasuda dal tuo post hai ragione va provata e chi l'ha vissuta non può che ritrovarsi in quel tuo ricordo.

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    1. adolescente imbranato in mezzo a quelle spose...Un giorno in Lambretta, io sul sellino posteriore, vediamo arrivare in senso opposto due "spose" in bicicletta che pedalavano gagliarde, io mi chino come per guardare meglio, una allora si tira su la ampia gonna e poi: "IT VEST!" hai visto! Con le donne di Romagna già in quegli anni '50 c'era poco da scherzare, ti facevano diventare rosso come un peperone...

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  2. più che comprensibile l'impossibilità di governare gli ormoni quando le fogge lussureggiano in genuina stirpe. Al vigore che si riprende o si rilascia in seguito, anche in maniera differente, con sentimento anche differente, m con il moto del pensiero ad accelerazione costante, invece... Sempre un piacere, cordialmente
    Raymond

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  3. E' bellissimo questo racconto, Ben...mi ricorda molto Camilleri ( e ora se provi a minimizzare ti do una "cinque dita" in testa! :)
    Questa che racconti è vita vera, ed io ho letto molto del tuo raccontare la vita e posso dirlo

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  4. Molte donne non sono d'accordo, e anche molti uomini, ma a me le ascelle non depilate mi sembravano più naturali e anche più sexy. Non voglio un ritorno all'antico, ma qualcuna ogni tanto potrebbe anche dissociarsi.
    Il tuo è un racconto di un tempo più vicino alle persone, più accogliente.
    Al3ph

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    1. Perla, come sempre mi fai arrossire, quanto a Al3ph (prima o poi mi ricorderò chi c'è dietro alla sigla, ma non m'importa) concordo pienamente per tanti motivi forse già raccontati. Ero seminarista, seconda media, mi viene a trovare la mia splendida giovane zia (solo 13 anni più di me e siamo nel 1948/49). Era già estate ed erano di moda le camicette senza maniche da cui spuntavano rigogliosi ciuffi ascellari mori mori. Arrivò il rettore richiamato dal suo studio e la giovane e rigogliosa zia fu costretta ad andarsene. Quel che non si ricorda che a quei tempi anche nella Romagna le ragazze il dì della festa per andare alla messa ci andavano con grandi fazzolettoni, modeste gonne e magari con ancora il ricordo del sabato passato ad abbandonarsi a più sostanziosi scambi d'opinioni con il moroso di turno. Grazie di nuovo.. Ma forse anche oggi non è molto diverso.

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