40 anni dopo ... vale a dire che era 40 anni fa, inizio del 1976, anzi 14 gennaio 1976 che allora era un mercoledì, data memorabile perché iniziava ad uscire "La Repubblica", ma ancor più memorabile per me che alla verdissima età di 39 anni completavo quasi la mia quasi conversione al sistema democratico. (coincidenza strana, il mio quasi omonimo nel 1922 aveva appunto anche lui 39 anni battuta che oggi non fa più ridere come certo non fan sorridere i ricordi, le avventure e le sventure di un quasi 80 enne per un anche 40/50 enne di oggi).
Eppure chi mi ha incontrato come lettore anche occasionale sa che il mio percorso di simpatie e appartenenze politiche nasce nell'alveo dell'ultimo fascismo che dicevano repubblichino con riferimento a quella RSI che io avevo vissuto in quegli anni '40 seguendo la mia famiglia a Casalbuttano nel cremonese e poi a Bussolengo nel veronese visto che mio padre dopo la campagna di Russia aveva seguito il suo DUCE nell'ultima fase della sua avventura di Governo, di alleanze, di guerre. Arrivato a Trieste nel 1950 (i miei c'erano già dalla fine del 1946) il clima politico non era certo molto diverso per lo status di quel territorio (TLT zona A) separato dal resto dell'Italia e affidato all'amministrazione anglo-americana, con la zona B affidata all'allora Iugoslavia. Ma non è di questo che voglio parlare se non per sottolineare che in quegli anni se eri a Trieste dichiararsi di sinistra significava essere amici di TITO con quel che aveva significato nei famosi 40 giorni di occupazione slava.
Eppure è a Trieste che comincia a convivere in me una specie di doppia appartenenza, mio padre e i suoi due fratelli di condizione operaia (uno dei miei zii era tornato dal campo di concentramento in Germania ed era responsabile del partito (PCI) in una delle maggiori fabbriche triestine), la mia famiglia di posizione opposta e la scuola superiore che frequentavo (L.S. Oberdan) con i figli della buona borghesia triestina. E io? tanta voglia di sapere e di conoscere e di leggere e un ottimo prof di lettere (Suadi) che mi aveva guidato nell'imparare a trovare la biblioteca civica e il prof di storia e filosofia (Lonza), segretario PSI, che si divertiva nell'affidarmi letture e tesine sulla rivoluzione francese. E poi l'edicola con i suoi quotidiani come Il Piccolo, L'Unità, Il Borghese e Rinascita e la parrocchia con i gesuiti di Aggiornamenti sociali e quelli di Civiltà cattolica.
Poi l'Università bolognese, il periodo universitario post laurea (1962-66) con borse di studio e infine l'insegnamento in uno dei maggiori istituti tecnico-industriali italiani, Aldini-Valeriani, sempre in Bologna dove ormai abitavo con qualche inframezzo nella natia Romagna e l'ovvio matrimonio e quel che segue di figli e le ovvie e meravigliose gioie e dolori e responsabilità. Intanto politicamente mi ero in qualche modo inserito, quasi da intellettuale, nel MSI locale tanto da essere Consigliere di Quartiere in San Donato (con richiami all'ordine per troppa sintonia con la maggioranza) e contemporaneamente nella segreteria della UIL-UNDEL con la delega per le trattative Comune-Insegnanti (scuola materna, educatori elementari medie, istituti tecnici maschili e femminili di proprietà e gestione comunale).
Le mie letture di stampa periodica in qualche modo si erano allargate a Candido (quello di Guareschi) e L'Espresso (quello formato lenzuolo) oltre ovviamente a tutto quel che trovavo in formato economico (tipo BUR e simili) fino, ed è qui il riferimento alla data odierna, all'uscita di Repubblica e poi il cominciare a votare prima MSI e PSI, poi PSI-PCI e, finalmente epoca Craxi, PCI e successive denominazioni... Naturalmente fine dei rapporti con il MSI bolognese e le mie colleghe aderenti e anche con il sindacato invito ad andarmene dopo il rifiuto di aderire alla componente craxiana.
E allora Repubblica? La visione dell'allegato oggi mi ha confermato nell'intenzione di smettere l'acquisto quotidiano di Repubblica e quello settimanale dell'Espresso, non so se e quando, tutto sommato la nuova UNITA' sufficit e la lettura via Internet dovrebbe compensare anche perché facevo i conti e oltre il 15% della pensione vanno per di lì ed è tempo di risparmiare...
Beh,considerato che tra un po' arriva Mario Pio, come lo chiama D'agostino, non è una cattiva idea smettere di comprarlo :D :D (a me piace molto la rubrica di Recalcati :) )
RispondiEliminalo cercherò, leggo sempre le primissime pagine e a volte poco più dei titoli poi lo passo alla voracissima lettrice. Legge tutto... CIAO
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