Onestamente in questi sette anni sono vissuto prevalentemente nel cagliaritano e quindi rischio di generalizzare in modo improprio ma credo che questo verbo spieghi molto della storia dei rapporti interpersonali fra persone e via via famiglie, clan, gruppi etc.: massima difesa delle proprie individualità singole e di gruppo e massima prudenza nell'incontro e avvicinamento agli altri. Riassumerei con l'abbinamento di PRUDENZA e SOSPETTO.
In qualche modo mi ha confortato l'osservare come i tanti "circoli PD" dell'ISOLA che hanno come insegna, ad es. BERSANI, siano fra loro generalmente poco comunicanti e tendano a esasperare la competizione interna non tanto in difesa dei maggiori dei singoli circoli ma del proprio modo di essere.
E' poi inevitabile che tale rapporto-conflitto si esasperi fra i vari e diversi gruppi politici. Tuttavia una banale osservazione proprio di stamattina mentre cercavo di trovare spazio nell'accedere ad una edicola in Is Mirrionis. C'erano un gruppetto di quasi miei coetanei che discutevano "pacatamente" della vicenda relativa al campo di calcio cagliaritano con in mano il quotidiano indiscutibile, L'UNIONE. Dopo aver variamente esaminato colpe e colpevole uno di loro concludeva "però ammettiamo che la colpa è nostra, che li abbiamo messi lì" senza nessuna obiezione degli altri o difesa partigiana.
Se l'AVVICINAMENTO nel mondo del calcio riesce a diventare assunzione di responsabilità condivisa allora forse si comincia a capire che ragionare per GRUPPI isolati non rende!
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