sabato 18 gennaio 2014

OR MI SOVVIEN MATILDE quando il BARBAROSSA venne a inchinarsi e sottomettersi.


E' questa l'immagine del Federico Barbarossa che si genuflette davanti a Gregorio VII a Canossa

Nell'inverno fra il 1076 e il 1077 Enrico e la suocera, la contessa Adelaide di Susa, iniziarono la loro processione penitenziale a Canossaper ottenere la revoca della scomunica da parte di papa Gregorio VII. Con loro vi erano anche il cognato Amedeo II di Savoia e il marchese Azzorre d'Este. Per tre giorni e tre notti, dal 25 al 27 gennaio 1077, Enrico fu costretto ad umiliarsi, dovendo attendere davanti al portale d'ingresso del castello della marchesa Matilde di Canossa d'essere ammesso al cospetto del papa: l'attesa ebbe luogo mentre imperversava una bufera di neve ed Enrico giaceva inginocchiato,a piedi completamente scalzi, vestito soltanto con un saio, il capo cosparso di cenere, di fronte al portale chiuso. Solo grazie all'intercessione del padrino, l'abate di Cluny Ugo, e della marchesa Matilde, poté essere ricevuto dal papa il 28 gennaio.

Mi ha molto stupito tutto questo piangere e disperarsi perché quel politico nostrano è stato costretto a recarsi nell'odiato castello dei MANGIABAMBINI  (magari dopo averli arrostiti). Ci si dimentica che per poter accedere ha prima subito una ignominosa condanna non solo dall'organo istituzionale a ciò addetto (i giudici di ogni ordine e grado) ma anche da parte del collegio dei SUOI PARI che l'hanno ridotto allo stato "laicale".

Interpretazione di comodo? Può essere, ma se ben si guarda la ventennale storia di quel tal signore si nota che sempre ha preferito ricevere non tanto nei luoghi istituzionali, ma addirittura nelle sue villone più o meno adattate forse perché Palazzo Chigi e altri simili luoghi non erano sufficientemente idonei a sottolinearne il potere e la discrezionalità.


E quanto a Renzi, da semplice sindaco andò a suo tempo nella casa di quel tale ma adesso volutamente gli ha imposto di andare là dove lo stesso cosiddetto SINDACO è il DOMINUS, sia pure democratico, del partito più forte mentre compar Silvio si è visto subire una scissione ed evita accuratamente di esporsi a PRIMARIE o simili proprio per evitare di contare i numeri reali nella sua conclamata FORZA ITALIA.


3 commenti:

  1. oh, Benito, ma sai che la metafora ci sta tutta??? Io la passerei a Mauro Biani, ne verrebbe fuori una vignetta memorabile, vista la bravura di Mauro! :)))

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    1. ma temo di essere troppo controcorrente anche se oggi leggevo la solita AMACA di Michele Serra su Repubblica: < il "qualcosa" di Renzi è sempre meglio del nulla che lo ha preceduto. Di più è proprio il nulla che lo ha preceduto a offrire a Renzi una innegabile pezza d'appoggio>. Io non sono un suo FAN però si deve ammettere che qualcosa si muove. Spero nella toscanaggine di Renzi per non farsi bidonare da un lombardo, per di più chiesaiolo come origine. Grazie.

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  2. Jesus, Michele Serra no, ti prego, non ce la posso fare. :D

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