sabato 5 maggio 2018

ERA una notte che...

Era una notte che eee PIOVEEEVAAA e che tirava un fooorte veeento , immaginatevi che grande tormento peer un ALPIIINO che staavaaa vegliaarr…
Quella specie di coro Giovannino l’aveva appena imparato, anzi QUASI IMPARATO, perché incespicava sempre sulla durata delle vocali, e si fermava o troppo presto o troppo tardi e sarà per questo che il suo sub-conscio lo sollecitava anche mentre dormiva a provare. Poi aveva anche un qualche altro problema: la voce andava dove voleva lei e non dove sarebbe dovuta andare e uno dei capi gli aveva detto che non doveva preoccuparsi, succede spesso alla VOSTRA ETA’ (neanche fossimo in prima elementare) ed era che staremmo cambiando voce e, secondo lui, io che potevo sembrare un “soprano” (ma non sono le femmine?) sarei diventato “baritono” se non addirittura “basso”.
E c’ero rimasto male perché mio padre che è carpentiere quasi non passa dalla porta tanto è grosso e alto.
Finalmente Giovannino si era addormentato (quasi subito!) appena tornati sotto la tendona del campeggio montano, prima c’era stato il bivacco con le bracioline cotte sulle braci come sempre dopo il primo piatto, più o meno come sempre di minestrone,  e con le bricioline il solito radicchio con un po’ di rapanelli che, come dicevano i più grandi, servivano ad arricchire con un po’ di ROSSO tutto quel monotono verde.
E’ vero che ormai non ero più un cucciolo, o come è che chiamavano i più piccoli (lui prima non c’era), ma era stato preso in carico e promosso da subito  come PIONIERE.  Chissà se in qualche modo c’ entrava il suo babbo… Comunque c’era stato anche un altro tormentone a scuola con i compagni e che in qualche modo lo infastidiva, a scuola (ed era ormai in terza media) avevano sogghignato e l’ avevano quasi preso in giro quando aveva detto, con un po’ di enfasi, che era stato riconosciuto da subito come “pioniere”.
I suoi compagni avevano insistito si dice SCOUT (anzi boy-scout) invece NO, aveva garantito il suo babbo, gli scout sono altra cosa, è roba da borghesi, noi della sinistra vera abbiamo il nostro organismo democratico che viene dal popolo e che al popolo fa riferimento.
E comunque, qualunque cosa fosse o qualunque cosa si dovesse capire, una cosa era sicura qui sarebbe stato in pace senza i tormenti e gli strilli di quella sorellina rompigliona ogni volta che doveva essere cambiata, o dovesse mangiare o dovesse….
Avranno anche le loro ragioni il babbo e la mamma per perdere tanto tempo con quella lì e del resto devo ammettere che, se non ci fosse stata quella lì, forse sarei dovuto, quasi come sempre, stare tutta l’ estate proprio lì nel cortile condominiale praticamente da solo, già perché gli amichetti e i compagni di scuola erano via, come sempre durante le vacanze, e naturalmente a far casino e sguazzare al mare e fare baggianate sulla spiaggia.
Adesso però approfittiamo e dormiamo perché qui la mattina arriva presto e così adesso mi infilo ben dentro al sacco a pelo in modo da non prendere freddo e domani mattina alle cinque e mezza sveglia, muso sotto la fontanella che piove dal barilotto sopra il ramo, caffè latte e pane secco e poi via. Hanno detto infatti che domani andiamo fino al confine e abbiamo un appuntamento con gli altri pionieri, quelli della “stella rossa” che vengono dalla Slovenia, e che faremo il bivacco proprio nella terra di mezzo, così ha detto il capo, fra i due mondi: quello del FUTURO (il loro) e quello NOSTRO, da cambiare. SPERIAMOLO e… BUONANOTTE. A DOMANI!
Questo post fa parte di un gioco di scrittura tra blogger, su parole scelte a turno dai partecipanti, organizzato su Verba Ludica.

5 commenti:

  1. Gli scout, oltre la play-station, sono stati l’unica cosa che ho proibito alle mie figlie. Ma chissà se avessi saputo dei pionieri, forse sarei scesa a compromessi :) Ciao Benito

    RispondiElimina
  2. Trovo sempre una pagina di storia italiana da scoprire e approfondire, sto studiando.
    Non sapevo nulla dell'Associazione Pionieri d'Italia, invece ricordavo di aver visto di sfuggita qualche copertina del periodico "Il Pioniere" diretto da Rodari.
    Ho persino immaginato che "il radicchio con un po’ di rapanelli che, come dicevano i più grandi, servivano ad arricchire con un po’ di ROSSO tutto quel monotono verde" si trasformasse simbolicamente nel fazzolettone rosso e verde dei giovani scout, pardon pionieri.
    Prezioso questo lavoro di trasmissione della tua memoria.
    Ciao Benito.

    RispondiElimina
  3. Benito questo racconto mi ha messo addosso una grande tenerezza, c'è storia vera dentro ( succede spesso con te) ma questa volta la scrittura è adeguata senza una nota fuori posto. Il coro suona benissimo.

    RispondiElimina
  4. Mi piace leggere i tuoi racconti, sempre così veri,anche quando nascono da un gioco con parole imposte. Veri perché sempre conditi da un'infinita esperienza di vita.

    RispondiElimina
  5. RINGRAZIO TUTTI per la troppa bontà nel giudicare quello che è un gioco. Certe cose scritte sono l' inevitabile mix di una generazione, la mia, che è vissuta in mezzo a tanti passaggi concreti nel vivere. In aggiunta ho anche avuto la possibilità di conoscere ambienti diversi per storia e abitudini e, non potendo correre, ho dovuto passare il tempo a osservare dovendo più volte rivedere i miei propri pregiudizi. E... invidio la capacità letteraria che è vostra propria! Di nuovo grazie.

    RispondiElimina