dopo il gran divertimento di lunedì e martedì all'attacco, con discredito, di Bersani é cominciata la seduta di autoanalisi del PARTITO, il PdL appunto. Ovviamente a muoversi quello che é pur sempre il KAPO
E già, l'"era berlusconiana". La sua conclusione sta provocando non solo l'inabissamento di questo centrodestra, ma sta costringendo i suoi adepti a lottare per la sopravvivenza e a immaginare un percorso per salvarsi. Anche a scapito dei "colleghi" di partito. Gli ex An di La Russa e Matteoli contro le colombe di Frattini e Gelmini. Verdini e Alfano contro la Santanché. Gli uomini del nord come Formigoni contro quelli del sud come Fitto. A livello locale è ancora peggio. Il terreno frana nelle regioni settentrionali e il gruppo dirigente intermedio parte alla rincorsa di Casini e di Grillo. In quelle meridionali la confusione è anche maggiore. Con i big locali sprovvisti di qualsiasi sponda, anche ipotetica. Una babele di voci e posizioni ormai incontrollabili. Che inseguono un destino già segnato: la fine del Pdl.
Un orizzonte, però, che Berlusconi sembra voler anticipare. Affranto, demoralizzato come non mai, tra lunedì sera e ieri si è lasciato andare a più di uno sfogo. "Bisogna cambiare tutto. Basta con questo partito fatto di coordinamenti, tessere, congressi. Questo non è più il mio partito". Una scelta in parte dettata dalla disperazione. Dalla consapevolezza di non poter fare altrimenti. I contatti con Casini e Montezemolo ci sono stati. Ma l'esito è stato a dir poco drammatico. "Vogliono che Berlusconi non si candidi nemmeno in Parlamento per fare un accordo con noi - sbotta Gaetano Quagliariello - ma questa non è una resa. E' l'umiliazione". Un percorso senza alternative, dunque.Sconfitte sonore - Spulciando nella lista dei ballottaggi, Trapani a parte, spiccano i risultati negativi. Ad Agrigento Totò Pennica è uscito sconfitto dall'Udc Zambuto (25% contro 75%), a Isernia Ugo De Vivo del Pd ha superato Rosa Iorio col 57 per cento. Piccola oasi di serenità Frosinone con la vittoria di Nicola Ottaviani (53%) sul piddino Marini mentre a Piacenza Andrea Paparo ha raccolto il 42% cedendo la vittoria a Paolo Dosi (Pd). Nella rossa Sesto San Giovanni Franca Landucci (apparentata a La Destra) non fa il miracolo e si ferma al 30% lasciando strada a Monica Chittò del centrosinistra. Ad Alessandria il sindaco uscente Piercarlo Fabbio si ferma al 32%, vittoria della sinistra con Maria Rita Rossa. E ad Asti l'altro sindaco uscente Galvagno cede a Brignolo con il 43 per cento. No, non è proprio tempo di brindisi e bollicine.
Un orizzonte, però, che Berlusconi sembra voler anticipare. Affranto, demoralizzato come non mai, tra lunedì sera e ieri si è lasciato andare a più di uno sfogo. "Bisogna cambiare tutto. Basta con questo partito fatto di coordinamenti, tessere, congressi. Questo non è più il mio partito". Una scelta in parte dettata dalla disperazione. Dalla consapevolezza di non poter fare altrimenti. I contatti con Casini e Montezemolo ci sono stati. Ma l'esito è stato a dir poco drammatico. "Vogliono che Berlusconi non si candidi nemmeno in Parlamento per fare un accordo con noi - sbotta Gaetano Quagliariello - ma questa non è una resa. E' l'umiliazione". Un percorso senza alternative, dunque.Sconfitte sonore - Spulciando nella lista dei ballottaggi, Trapani a parte, spiccano i risultati negativi. Ad Agrigento Totò Pennica è uscito sconfitto dall'Udc Zambuto (25% contro 75%), a Isernia Ugo De Vivo del Pd ha superato Rosa Iorio col 57 per cento. Piccola oasi di serenità Frosinone con la vittoria di Nicola Ottaviani (53%) sul piddino Marini mentre a Piacenza Andrea Paparo ha raccolto il 42% cedendo la vittoria a Paolo Dosi (Pd). Nella rossa Sesto San Giovanni Franca Landucci (apparentata a La Destra) non fa il miracolo e si ferma al 30% lasciando strada a Monica Chittò del centrosinistra. Ad Alessandria il sindaco uscente Piercarlo Fabbio si ferma al 32%, vittoria della sinistra con Maria Rita Rossa. E ad Asti l'altro sindaco uscente Galvagno cede a Brignolo con il 43 per cento. No, non è proprio tempo di brindisi e bollicine.
Ed ecco l'analisi de IL GIORNALE
... E dopo la vittoria «arancione» di Giuliano Pisapia giusto un anno fa a Milano, il vento della sinistra continua a spazzare la Lombardia dove il Pdl vince appena tre comuni sui 21 al ballottaggio. Troppo poco per tentare anche la più scontata delle difese d'ufficio, anche perch´ con tutto il rispetto si parla di Erba, Melegnano e Cassano Magnago. Mentre il centrosinistra si «pappa» Desenzano, Como, Sesto san Giovanni e Monza, la roccaforte persa dal centrodestra solo dieci anni fa. Caso emblematico, quello della terza città della Lombardia che passa dal borgomastro leghista Marco Mariani già giubilato al primo turno, al capogruppo del Pd Roberto Scanagatti senza passare dal Pdl. Abbattuto con il 36,6 per cento delle preferenze del presidente dei farmacisti Andrea Mandelli, mandato allo sbaraglio a pochi giorni dal voto.
Sconfitte sonore - Spulciando nella lista dei ballottaggi, Trapani a parte, spiccano i risultati negativi. Ad Agrigento Totò Pennica è uscito sconfitto dall'Udc Zambuto (25% contro 75%), a Isernia Ugo De Vivo del Pd ha superato Rosa Iorio col 57 per cento. Piccola oasi di serenità Frosinone con la vittoria di Nicola Ottaviani (53%) sul piddino Marini mentre a Piacenza Andrea Paparo ha raccolto il 42% cedendo la vittoria a Paolo Dosi (Pd). Nella rossa Sesto San Giovanni Franca Landucci (apparentata a La Destra) non fa il miracolo e si ferma al 30% lasciando strada a Monica Chittò del centrosinistra. Ad Alessandria il sindaco uscente Piercarlo Fabbio si ferma al 32%, vittoria della sinistra con Maria Rita Rossa. E ad Asti l'altro sindaco uscente Galvagno cede a Brignolo con il 43 per cento. No, non è proprio tempo di brindisi e bollicine.
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