venerdì 14 febbraio 2014

CRONACA DI UN GIOVEDI...



E così era di nuovo giovedì, giorno importante da sempre a Porto Torres, il giovedì, pochi chilometri da Platamona, Villaggio Grigio, Condominio Marina di Sorso. E allora con 'sto GIOVEDI', giorno di mercato con decine e decine di bancarelle di ogni forma e misura per centinaia di metri alla destra entrando da fuori in Via PIER delle VIGNE, nato a Capua forse nel 1190 per morire in Toscana nel 1249. 

Reminiscenze culturali per un personaggio non proprio di prima fila per i ricordi del liceo e neppure per le toponomastiche cittadine. Eppure qui è una stradona piena di ambizioni a doppia carreggiata con negozi e supermercati importanti sovradimensionati per nemmeno 23 mila abitanti che diventano però oltre il doppio in stagione e ancor più comprensibili se lo sviluppo di porto ed industrie fosse rimasto ai livelli immaginati quando il denaro pubblico pareva inesauribile. E così quella stradona a doppia corsia va a sbattere nel finale contro vecchi capannoncini e case e non ha più spazio per decidere se essere un "asse attrezzato" , una circonvallazione, una "strada a scorrimento veloce" o banalmente dove si parcheggia comodamente... 

Comodamente? a parte appunto il GIOVEDI  "giorno di mercato" al servizio di una zona con un diametro di almeno 30 km abitato da un misto di pensionati, turisti, sempre meno di mano d'opera industriale, campagna e un residuo di allevamento anche ovino all'aperto e poi residence, campeggi e via raccontando.

Ma lasciamo la Pier delle Vigne (da VOI c'é?) mentre sbatte contro il confine e vi costringe o a deviare a destra verso il centro e il mare-porto con le solite Via Vittorio Emanuele e via Roma che in Sardegna ci sono sempre per quanto piccolo sia il paese, oppure a sinistra sulla Via Sassari che diventa ss 131 e arrivi non solo a Sassari ma al resto del mondo, mondo SARDO e non solo perché al resto ci pensano aeroporti e traghetti. Dico lasciamo perché l'obiettivo è il mercato e le sue già dette 10/100 bancarelle, il clima efficiente e concreto che solo una antica tradizione di acquisti e contrattazioni incuriosisce e trasforma il colloquio carrello scaffale con quello più umano fra me che ci ho i soldi (pochi) da spendere e quei simpatici uomini e ragazze che sanno come convincermi a non fare il tirchio ragionando di contante per distrarre l'occhio dalle bilance.

Ma tutto questo è il dopo, perché al momento sto ancora ascoltando Radio Rai 3 da prima pagina ché questa settimana, per fortuna, non c'è il, anzi la, giornalista di Libero (che poi due settimane fa forse si erano sbagliati perché han mandato una che pareva di Rifondazione, quella di una volta) ma uno tutto bravino da Il Sole 24 Ore e si può ascoltare senza "alterarsi" troppo. 

La giornata era molto tranquilla in questa bella camera con uso di cucina e dei soliti servizi, compresi gli alberi tutti attorno e il mugghiare del mare oggi anche lui quasi tranquillo che sarà a nemmeno 200 metri (costruzione di qualche decennio fa, in deroga). E tra i servizi c'è ovviamente il bagno con tutti i necessari accessori un po' miniaturizzati e, al solito, debbo fare i conti con le abitudini della mia coinquilina (e padrona) che non chiude mai niente, fossero tappi di bottiglie, cassetti, sportelli e ante, anzi l'anta in vetro del solito mobiletto sopra lavandino (dove di mio c'è solo un residuo di rasoio elettrico) e con la quale anta ho un contenzioso continuo.

Capita infatti che io sia abitualmente distratto e incapace e quindi quando mi alzo dalla posizione classica... SBANG... vado a sbattere  contro lo spigolo vivo, anche se a volte però ho come una intuizione e allora correggo l'elevazione e lo spigolo lo sfioro solamente, cioè la scanso, e la giornata butta sul buono. 


Qualche volta mi vien da pensare che la padrona lo faccia apposta, quasi con cattiveria nel lasciare l'antina aperta, poi ci ragiono e non mi pare sia tipo da cattiverie tanto più che con l'affitto sono pressoché in regola, puntualmente in ritardo dei soliti due mesi, però mi arrangio con i lavoretti e tengo tutto in ordine, a parte la mia stanza. E poi contribuisco anche agli approvvigionamenti generali, l'altro giorno, ad esempio, ho provveduto ad una scorta di 3 pacchi di ben 18 rotoli belli azzurrini di carta crespa che sono l'ideale per l'igiene urgente specie se il bidet, al solito, fornisce bella acqua superrefrigerata solo quando l'autoclave funziona.

E il mercato?  già il mercato mi sa che ci vado giovedì prossimo, alle 10 torna il sequel di PRIMA PAGINA e mi incuriosisce cosa diranno al solito gli esperti, quelli veri e seri, quanto a quelli del web son tutti i prevedibili e soliti discorsi di gente che vive in un suo mondo ideale e mi son sempre chiesto ma chi è che commenta in orario d'ufficio e di lavoro... non dev'essere gente costretta alla scrivania da un padrone cattivo ed esigente, né devono essere a uno sportello con tanto di fila, forse saranno nel quieto di un ufficio in "pausa WEB"...

PS: stamane libertà assoluta, la padrona è da una sua figlia per un paio di giorni e l'unica incombenza importante è occuparmi della sua cagnolina. Quando c'è la padrona è per me inavvicinabile e mi ringhia i suoi avvertimenti, quando siamo soli invece mi guarda supplice, si sa mai che mi cada un biscotto o qualche pezzo di prosciutto o bistecca. Son d'accordo anch'io, scatolette e granellini per cani non devono essere il massimo.

PS bis: dopo attenti scavi archeologici e consultazioni anche sul TOM TOM, la via non era in onore di Pier delle Vigne ma in ricordo di quando quella zona era, appunto, ricca di VIGNE e quindi deve intendesi VIA DELLE VIGNE.


DIMENTICAVO Questo post fa parte di un gioco di scrittura tra blogger su parole scelte a turno dai partecipanti. Parole e partecipanti li potete trovare sul blog "Verba Ludica", al link:   http://carbonaridellaparola.blogspot.it/   

16 commenti:

  1. Da me a Genova esistono un vicolo ed una importante Chiesa: la Chiesa delle Vigne appunto. Sempre originale nel fare questi post per il gioco.

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  2. Ben è una deliziosa descrizione di un posto che io conosco per descrizioni "altre"; tu ne fai una descrizione con il tuo stile, mischiando Storie e storie, memorie e realtà, e così ne vien fuori un quadro d'insieme che degno di una rassegna paesologa :)

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  3. mi ha fatto riflettere l'appunto sull'intervista del giornalista "una che pareva di Rifondazione". siamo al punto che non si capisce più chi "fa" "cosa" e sopratutto che provenienza "politica" ha. è un mondo di parolai che amano dare aria ai denti e spesso non pensano a quello che dicono. mbah, il segno dei tempi. aimeh confusi

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    1. non è poi così strano se dai un'occhiata a certi collaboratori de Il Foglio, passato il momento della rivolusssione c'è chi ha saputo nuotare ovunque ci fosse acqua per tenerli a galla. Puri si nasce e tu ne sei un esempio, ti conosco da anni per dubitarne.

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  4. No, mi sono persa un commento nell'inviartelo. Riscrivo, se riesco.

    Qui, a Sulmona, (non) mihi patria est, ma della buonanima di Ovidio, non esiste una Via delle Vigne, o meglio, le vie delle vigne sono rimaste tali, e in molti casi rispettano ancora la centuriazione romana. Per fortuna, nessun piano regolatore le ha trasformate in una strada a doppia carreggiata, urrà! Però la doppia carreggiata separa, per un tratto, le vie delle vigne dal centro urbano. È anche un po' violento come segno sul territorio, forse la tua Via delle Vigne (che ho visto per curiosità con le Google Maps) in una vista aerea si mimetizza meglio nel contesto.

    Miiii, la carta crespa, ingentilita dall'azzurrino, mi ha fatto ricordare racconti ascoltati da bambina sull'uso della carta pane, tagliata a rettangoli, e appesa ad un gancio, come attrezzatura da toilette, diciamo così. Ma la carta crespa è parecchio ruvida!!! :)

    Ci sarebbe da soffermarsi su altri passaggi del tuo "Giovedì" ma mi fermo qui. Solo un paio di cose: mi sono molto divertita riflettendo e tu sei un concentrato di energie. Beato te!
    Ciao Benito. :)
    Antonella

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    1. non scherzare, fra 3 anni sono 80 e qui siete tutti quasi ragazzini, tu in particolare se guardo come si muove il mio figlio grande da quando ha lasciato l'Università che l'aveva imbragato e adesso lo spediscono in giro per il mondo semplicemente con un messaggio e (l'infame, quello che rideva in Manzoni) ride...

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    2. Mi ero dimenticato di quanto "terribile" architetto tu sia fino a controllare se l'immaginifico corrisponde poi al reale. Mi vien da ricordare uno dei cartelli del tempo di guerra, TACI, il nemico ti ASCOLTA. O l'altro ancora più incubico (di quando volevo farmi prete) DIO TI VEDE. Poi mi son detto, meglio così, almeno qualcuno ancora si occupa di me (una volta con Google maps ho visto il mio furgone parcheggiato sotto casa)! Ciao. CONTINUA così

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  5. Antica discussione quella su chi non chiude i tappi delle bottiglie e non avvita quelli dei barattoli. Personalmente gioco con la squadra che sostiene che dovreste imparare a prendere i barattoli dal basso, piuttosto che lamentarvi se prendendoli dal coperchio, vi cadono :)))

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    1. è l'abitudine a prendere le cose per la testa anziché per le ...

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  6. Ecco, qui via Delle Vigne (Pier) non c'è, ma ci sono tanti vigneti e, soprattutto, il mercato di giovedì.
    Come sempre godibile il tuo racconto, fra racconti stretti nell'ambito di cinque parole a caso.

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    1. non sono riuscito a scrivere da te avevo avuto l'impressione che tutto finisse male, una volta spenta la luce. C'era come un'atmosfera d'addio, tranquillo, irrimediabile e io sono per il lieto fine, quando tutto si risolve nel bene e le luci del vecchio cinema aspettano ad accendersi finché non mi sono asciugato gli occhi... Come un tempo, sbatti la polvere dagli stivale, due colpi di frustino per spolverare i pantaloni e poi esci a controllare che tutto sia a posto,e che il vento tiri nel verso giusto per disperdere bene gli odori che escono dal camino. Tutti perbene, proprio così. Grazie.

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  7. Anche se Pier delle Vigne non m'è assolutamente non fa parte della toponomastica dei miei paraggi, ma a parte questo mi sono bevuto questo scorcio tutto d'un fiato pensando che saresti potuto andare avanti fino a quanto volevi. Comparazione del quotidiano che eccelle verso il tran tran generale che guarda ma non oseerva, assorbe ma non reagisce, non ricorda e non illustra. Tu invece affreschi ... "mi porti visivamente al tuo mercato" anche se ci sono sempre stato (pure con l'ultimo post). E quindi naturalmente apprezo.
    Sempre molto cordialmente.

    Raymond
    (le favole private)

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    1. Ps. anche qui il mercato è rigorosamente di giovedì.
      Ray

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    2. il mercato "era" e forse è tornato ad essere fondamentale, un tempo però era veicolo di novità e informazione, come gli ambulanti. Questi ultimi però un tempo erano più diretti, più aggressivamente cordiali. Fra un po' faranno un bel corridoio, ognuno dei banchi rilascia lo scontrino e in fondo una cassa comune dove paghi. Ci penserà il cassiere a ripartire il dovuto, dedotto il suo aggio e, naturalmente, le tasse dovute. Spero che non mi legga EQUI-TAGLIA. E al solito veramente GRAZIE. Volare alto è difficile e a volte utile per non vedere e sentire, mettere occhiali divertiti è un altro modo per sopportare quel che qualcuno chiamava il male del vivere. Senza il "vivere" che cosa saremmo? Un saluto.

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