Strane coincidenze, stanotte ho dormito sul divano, quello che sta di fronte al televisore, oggetto che di solito non condivido molto anche perché non ci sono molte coincidenze di interessi fra me e chi maneggia quel coso che decide i canali e tutto il resto. Non che io abbia gusti difficili, anzi, son rimasto ai vecchi western e di roba moderna ampiamente riciclata di solito mi accontento delle serie del tipo Criminal minds o simili sulle reti di skype che guardo sulla TV della mia padrona, quando lei è fuori. Stanotte invece ero a Cagliari in casa d'amici. E naturalmente mi sveglio sempre prestissimo così ho curiosato in TV e sul 3, ore attorno alle 06, c'era una serie di film Luce datati Novembre 1921. Per i curiosi c'è una PART 1 e una PART 2, anche se stamattina era diviso in 4 parti.
Intanto è stata una carrellata dal vivo, per quel che è possibile quando è il potere che dirige le cose, ma la folla, la compostezza, il vivo interesse di strati sociali diversi allineati lungo il percorso durato più giorni dai luoghi di quella guerra cancellata dai nostri ricordi (dovrei scrivere vostri, ma ormai non è del tutto vero) fino a ROMA mi hanno colpito. Così come la grande importanza di uniformi di ogni ordine e grado. E in quegli anni la nostra NAZIONE era percorsa da scontri durissimi e quella guerra era costata attorno a 700 mila vittime oltre ai feriti mutilati e simili dolorose conseguenze, eppure stranamente non si notano turbolenze o quelle solite cose che così abitualmente incontriamo ai nostri giorni. E all'epoca furono mandati a morire intere leve d'età e da regioni lontane, gente che a malapena conosceva la sede più vicina di governo locale e del potere centrale l'immagine più diffusa era quella dei carabinieri alla ricerca di renitenti o dei dazieri a controllare se i carretti erano dotati di quella targhetta annuale che doveva decorare qualsiasi veicolo girasse per strade o mulattiere.
Sarà paranoia mia, sarà condivisione istintiva, sarà che chiamandomi Benito tutto diventa ovvio ho notata molto meno retorica di chi oggi inneggia o combatte il PD o i Grilli con le Stelle, o combatte contro le TAV di turno o campa, come certi quotidiani, sulle altrettanto quotidiane miserie d'Italia (sempre naturalmente responsabilità di altri). Oppure ancora si abbandona a piangere sulla povera gioventù che all'epoca di cui sto parlando quasi non c'era visto che il 90% degli umani italici passava dall'infanzia all'essere adulto in una età compresa fra gli 8 e gli 11 anni.
Se avete voglia di quasi conoscere i vostri bisnonni guadate questi you tube ricavati dai Film Luce.
Non era il mio bisnonno, era mio nonno che fu protagonista di quel che narri in questo post. Ferito sul Carso, rimase da solo e il suo capitano in trincea, allora se lo caricò sulle spalle,, ferito come era, e gli salvò la vita, oltre che salvare la sua. Ah, venne decorato con una medaglia al valore anni dopo, sai di chi era la firma? Ministro della guerra, Benito Mussolini. Lui, socialista convinto, che aveva voltato le spalle alla scissione comunista, voleva buttare quella medaglia perché non sopportava quella firma. Io quella medaglia ce l'ho appesa nello studio, l'aveva salvata mia nonna. Ero piccola quando morì, ma non così piccola da non ricordare alcuni suoi ricordi, che mi narrava quando era brillo ma non ubriaco :)
RispondiEliminaOggi non si combatte per un ideale, si combatte per una poltrona...
Ti ringrazio, sapevo di essere ancora in sintonia con il mondo vero. C'è un mondo profondo che prima o poi tornerà a parlare, saranno le nuove leve di insegnanti, quelli che non hanno subito la sbornia degli anni di fuoco perché ancora da nascere. Fu una esperienza tremenda però generazioni di italiani scoprirono nella sofferenza comune di non essere poi così diversi. E anche negli anni 35/45 molti italiani girarono il mondo, in Russia, in Grecia, in Africa. I miei tornarono tutti, ma molti loro colleghi non sono più tornati, fossero rossi o fossero neri o semplicemente umani. Alcuni furono uccisi e uccisero, spesso erano giovani di questi ne ho nei miei ricordi di bambino. DI NUOVO GRAZIE.
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