C'è una notizia oggi che ricorre su molti quotidiani, notizia che in fondo è una non notizia se non fosse per l'intervento di un extra comunitario, meglio immigrato, a tentare di bloccare il "solito" scippatore a spese della "solita" inerme passante. E mi è venuto da sorridere ripensando ad anni lontani. O forse non erano anni lontani, eran solo meno di 34 anni fa.
A Napoli c'era il Congresso della Società Italiana di Radiologia Medica a Castel dell'Ovo, io collaboravo con una ditta bolognese che produceva "tutto per la radiologia" così decidemmo di parteciparvi come espositori in un modo insolito, provvedendo al BAR. Così secondo il nostro stile patimmo da Bologna con pate delle attrezzature necessarie e scorte di prodotti e io mi caricai nella vecchia e asmatica Opel Record diesel della cassa (presa a nolo). Naturalmente arrivai ultimo (alle undici della sera) alla bettola dove ci eravamo dati appuntamento e parcheggiai, era proprio lì vicino, davanti a una banca con tanto di guardione in divisa. Lasciai appesa dietro la giacca (capo d'abbigliamento per me inusuale) e l'ingombrante aggeggio.
Fui accolto dalle solite battute relative ai miei orari e ai miei mezzi di trasporti. Erano i 4 venditori (pressoché ragazzini sui 24/25 anni), i titolari (marito e moglie) e il paio di impiegate carine che avrebbero intrattenuto i medici servendo bibite, caffé e sorrisi. Il clima era ovviamente quello solito da vacanza e speranze operose e io divenni il bersaglio di battute su come avrei trovato la mia macchina. all'uscita. E ebbero ragione, il guardione non c'era più, il finestrino posteriore era rotto e naturalmente giacca e cassa eran spariti. Naturalmente chiamai il pronto intervento polizia. E arrivarono con calma aprendo con: ma VOI non sapevate dove siete? Già, non lo sapevo, sapevo di essere in una zona "centrale", non pareva la suburra, comunque evidentemente ero fuori. Di testa e di tutto. E le risate dei colleghi alle spalle del "comunista" (democratico non era ancora di moda) e del difensore dei meridionali e simili, anche se la mia conversione dal MSI al PCI era ancora in fieri e mi godevo il PSI pre-Craxi ed ero orgoglioso delle mie origini proletarie (cominciai a votare PCI e successive denominazioni dopo la morte di Berlinguer).
Fui accolto dalle solite battute relative ai miei orari e ai miei mezzi di trasporti. Erano i 4 venditori (pressoché ragazzini sui 24/25 anni), i titolari (marito e moglie) e il paio di impiegate carine che avrebbero intrattenuto i medici servendo bibite, caffé e sorrisi. Il clima era ovviamente quello solito da vacanza e speranze operose e io divenni il bersaglio di battute su come avrei trovato la mia macchina. all'uscita. E ebbero ragione, il guardione non c'era più, il finestrino posteriore era rotto e naturalmente giacca e cassa eran spariti. Naturalmente chiamai il pronto intervento polizia. E arrivarono con calma aprendo con: ma VOI non sapevate dove siete? Già, non lo sapevo, sapevo di essere in una zona "centrale", non pareva la suburra, comunque evidentemente ero fuori. Di testa e di tutto. E le risate dei colleghi alle spalle del "comunista" (democratico non era ancora di moda) e del difensore dei meridionali e simili, anche se la mia conversione dal MSI al PCI era ancora in fieri e mi godevo il PSI pre-Craxi ed ero orgoglioso delle mie origini proletarie (cominciai a votare PCI e successive denominazioni dopo la morte di Berlinguer).
Ma torniamo ai fatti, vicino al luogo del delitto c'era un grosso parcheggio di taxi e da lettore di gialli Mondadori andai a chiacchierare per sapere se c'era possibilità, pagando, di recuperare la refurtiva (anche perché una parte di quel coso era rimasto nel baule). Mi suggerirono il nome di un bar lì vicino e nei giorni successivi andai a sondare, senza risultato, poi arrivò ovviamente l'ultimo giorno e, vestito da viaggio da passato quarantenne con sprint (jeans e camiciola fuori), mi avviai al solito bar e siccome i jeans erano stretti tenevo il portafoglio con tutti i miei averi SALDAMENTE in mano, così saldamente che ci pensarono due bei ragazzi eleganti e GIOVANI a strapparmelo di mano.
Ma fin qui siamo nella norma, io reagii e nonostante un pezzo di gamba fosse sintetica ero quasi riuscito a brancarne uno quando un gruppo di adulti maschi e femmine, vestiti più che decentemente che stavano attorno a un carretto distributore di molluschi mi si misero per traverso tranquilli, come se fosse loro dovere da bravi cittadini bloccare l'estraneo visitor che, appunto, non aveva capito dov'era. Ebbi un crollo e mi abbandonai a una sequela di inutili insulti poi tornai in albergo sperando di trovare ancora qualche collega e fui fortunato perché riuscii a racimolare il contante per il ritorno (le carte di credito erano ancora di là da venire). Per il rimborso del pezzo rubato mi fu concesso una dilazione, il carrozziere invece NO.
Da allora non sono più tornato in quella città, non per il rischio ma mi è rimasto quel senso di solidarietà interna e interclassista e irragionevole che pare esistere e che il fatto iniziale sembra confermare. PECCATO. Eppure per lavoro nel restante meridione, campania inclusa, ci ho passato olte un mese all'anno per vent'anni senza dovemi accorgere di non essere in casa mia.
Parlo per schema generale, ovviamente (che le eccezioni esistono) ma se vuoi te lo sintetizzo: in meridione in generale, si ama molto "lo straniero" (inteso per straniero chiunque non sia del luogo, paradossalmente un salernitano a napoli ad esempio) lo si vezzeggia molto salvo poi dargli addosso al primo problema che si presenta, nel qual caso il contesto urbano si ricompatta (dimenticando rancori, divisioni e faide) ai suoi danni. C'è solo un caso in cui non succede, quando lo "straniero" sa prendere per i fondelli gli autoctoni. In questo caso, con molto aplomb, gli autoctoni gli accordano "la cittadinanza" e ritornano a farsi la guerra tra loro. Un consiglio che da noi è più che una norma di vita: mai ficcare il naso quando due del posto litigano, ne farai le spese.
RispondiEliminaE' la sintesi molto rocambolesca di uno studio fatto tanti anni fa da alcuni antropologi e sociologi davvero eccezionali, tra cui una tua conterranea. Erano studiosi del nord che abitavano al sud, in Calabria, per ragioni di lavoro e volevano confutare, dati alla mano, lo studio che un sociologo americano, tale Banfield, aveva condotto in Basilicata e che aveva coniato il termine, "familismo amorale" . Un termine che poi, negli anni avrebbe dilagato non per descrivere la società meridionale soltanto, ma quella italica in generale,
Lo studio degli italiani è degli anni 70, quello dell'americano è degli anni 50. Ci tenevo a specificarlo. Alcune società (o parti di essa) adesso si sono, per fortuna , "evolute", altre si sono forse ancora più radicalizzate... se ci rifletti un po' scopri che sono quelle zone dove più fa presa la malavita organizzata.
EliminaNe subisco il fascino. Spero sempre di tornarci in compagnia di qualcuno che sappia mostrarmi Napoli da dentro. Adoravo De Filippo e mi incanta il dialetto pieno di poesia.
RispondiEliminaSarà che non ho mai un soldo bucato, ma le poche volte che ci sono stata, ho sempre riso molto. Ancora rido al ricordo del caos al casello autostradale dove sembrava di stare al mercato o a quello del venditore di orsi di peluche che li pubblicizzava con un cartello che recitava: Orso parlante. Tu lo parli, lui ti risponde.
Avevo tanti pregiudizi su Napoli, ci sono tornato dopo tantissimi anni l'anno scorso e a me non è successo nulla di negativo, però essendo del sud so che la malavita è molto presente e condiziona la vita della gente, e per turisti "ingenui" è molto pericoloso. Peccato, perché molte persone a Napoli erano estremamente gentili e simpatiche.
RispondiEliminaAl3ph
Rispondo a tutti perché ho l'impressione che l'ultima frase non sia stata letta o compresa. Nel resto d'Italia dal Sud al Nord alle Isole non ho mai avvertito di essere un esterno, come anche nei pochi luoghi d'Europa che ho visitato anche solo per sfizio. C'è, o forse c'era, questa solidarietà interna per cui l'esterno, magari di un altro quartiere è un nemico, anzi un coglione da prendere in giro e fottere. Certe cose succedono comunque, a Palermo parcheggio appena arrivato davanti all'albergo Le Palme (chiuso da poco) a fianco di tante altre con targa locale (parlo di anni lontani). Scendo dopo un'ora e la mia derelitta e miserina era finita al deposito comunale e tutte le altre di buon tono e cilindrata erano salve. Con in più che prima dovevo pagare la contravvenzione in un luogo e riattreversare Palermo per andare a ritirare l'auto nel lato opposto. In taxi ovviamente, che già quello era quanto una contravvenzione. Quanto poi alla malavita organizzata, occupandomi di forniture ospedaliere per conto d'altri, braccia aperte e spalancate e gentilezze, purché... Ma in questo nessuna differenza interregionale, qualche differenza politica ma ai tempi non tutti erano ancora entrati in sala mensa.
EliminaNon è che tu non ti avevamo compreso. Abbiamo semplicemente scritto quello che ci pareva :) (c'è un ego espanso che si aggira per il web :)))
RispondiEliminac'è anche l'ego saccente, permaloso e insicuro di chi scrive il testo base...
Eliminacogito ego sum :)
RispondiEliminaoppure era 'coito'... non ricordo :))
siccome ho confidenza, sto pensando SCEMA, ma non lo dico...
Eliminamoi? :))
Eliminama se sono una persona drammaticamente seria! (benito, non rovinarmi il look) :)))
Anch'io ho avuto la sensazione di essere lo "straniero" a Napoli, ma per un episodio molto diverso dalla tua esperienza. Una volta, passeggiando per il centro storico ho infilato una via del quartiere Forcella. Percorsi pochi metri mi sono accorta degli sguardi di intesa di alcune ragazzine (?) appollaiate sui motorini come molossi a guardia del tempio. Un cenno, alcuni wrong wrong e altri personaggi che si affacciavano dai "vasci", ed ho provato paura per quella "solidarietà" che mi sentivo contro. Sono tornata indietro lentamente, quasi in retromarcia per non lasciarmi le spalle scoperte. Ricordo che dopo un quarto d'ora il cuore mi batteva ancora.
RispondiEliminaMa a Napoli, città che visito volentieri ogni volta che posso, ad eccezione di una sventata aggressione alla stazione centrale da parte di zingare, non mi è mai successo nulla di male, anzi, mi sono sempre divertita molto, ed ho incontrato molte persone generose ed accoglienti. Anche tanti paraculi (si può dire?), ad onor del vero.
Ciao :)
meglio così, a me è capitato di fianco a Stazione Termini. Avevo disdetto la camera perché dovevo rientrare a Bologna poi una telefonata mi bloccò a Roma e decisi di dormire nel furgone Caddy appena comprato (10 anni fa oggi 340 mila km e ancora va). E così potei osservare il quasi racket dei senza tetto che dormono nelle specie di archi laterali nel lato sinistro guardando dal fronte. C'era un ricambio ogni 3 ore e alle 6 di mattina liberare tutto. Quanti misteri nella notte e nelle profonde periferie per i "bravi" cittadini. Saluti.
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