mercoledì 13 marzo 2013

HABEMUS PAPAM!

Mentre tutto il MONDO (cioè, almeno spero, solo l'Italia serva e servile) è in trepidante attesa di chi sarà fra poco a presentarsi vestito di bianco qualificandosi come il nuovo agente esclusivo del Cristo cattolico (gli altri cristiani pur riferendosi alla stessa BIBBIA e tradizione hanno opinioni diverse) in TERRA, con tutti i poteri di LEGARE e SLEGARE  ogni anima, persona o associazione di individui nell'interesse della suprema conquista del futuro PARADISO, ovviamente là da dove tutti torneremo e riandremo al momento della RESURREZIONE FINALE. 

Appunto, mentre etc., mi veniva in mente una tradizione della mia infanzia sia che fosse nell'estrema periferia di Ravenna (case popolari di via FIUME), sia in via Lughese della paciosa pianura di San Prospero di Imola o nel ben protetto collegio per orfanelli e assimilati di Villa San Martino di LUGO (i luoghi della mia infanzia tra gli 8 e 10 anni). 

Questa tradizione in pratica consisteva in una specie di rito di iniziazione che i "grandi" della fine elementari praticavano sui più piccoli e Il tutto consisteva nel predare il poverino, stenderlo a terra, togliergli i calzoncini (allora solo corti) e le mutande (sempre che le portasse) osservare cosa emergeva e poi ritualmente sputargli "sopra" gridando in coro: TCI UN PEPA, TCI UN PEPA (sei un Papa, sei un Papa). Dopo di ché il poverino si rivestiva ed era ammesso nel mondo dei grandi.

Non so se il rito fosse lo stesso, qualche anno dopo (terza media) ero in Seminario e avevo da poco cambiato anche Padre Spirituale perché quello ufficiale mi pareva piuttosto ruvido (non per niente era un ex Monsignore dell'Esercito) e dopo un po' di incontri settimanali, a cui eravamo tenuti, mi chiese se poteva controllare il mio stato di maturazione e ispezionò attentamente, con occhi e mani, quel coso che già pochi anni prima era stato ritenuto adatto ad esser PAPA.

Solo molti anni dopo, ma ormai ero nella mia splendida Trieste, mi venne il dubbio che quella ispezione avesse altro scopo però quello scherzo fanciullo di nomina a PAPA mi faceva pensare.

Fa niente, festeggiamo allora questo nuovo PAPA, chiunque sia, purché non abbia l'abitudine di ficcare mani e occhi su questa povera Italia così da lasciarla diventare ADULTA e INDIPENDENTE, come molte altre fortunate nazioni europee.

HABEMUS PAPAM?     preferirei HABETIS!  

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