domenica 11 novembre 2012

storie di paese e di piccola politica

In Lombardia c'è un paese come tanti dal nome un po' insolito "PIEVE EMANUELE", il nome Emanuele arrivò con l'unità d'Italia nella speranza che un qualche SAVOIA si ricordasse anche di loro.

All'inizio del ventesimo secolo furono apportate al paese alcuni miglioramenti; fu costruito un pozzo artesiano poiché le falde acquifere stagnanti provocavano ai cittadini casi di tifo. Nel 1904 fu anche portata in paese la corrente elettrica. Purtroppo però i due disastri delle guerre mondiali sconvolsero anche Pieve che diede il suo contributo di vite umane. Durante la Seconda Guerra Mondiale la popolazione si ribellò al fascismo e anche Pieve ebbe i suoi martiri tra i quali Luigi Gemelli un diciottenne della 142ª brigata SAP, fucilato dai tedeschi nel 1945 a Roccasusella (PV), insignito di medaglia d’oro e commemorato ogni anno. Nella seconda metà degli anni quaranta, venne costruita una scuola elementare a pochi metri dalla parrocchia di sant'Alessandro e fu dedicata a Luigi Gemelli.

Ma anche qui qualcosa cambiò con l'arrivo del lavoro anche in questa zona che dal milanese porta verso Pavia, certo è forse la più bassa della bassa lombarda, pur essendo un borgo sostanzialmente agricolo l'interesse dei costruttori arrivò anche qui

Nel dopoguerra Pieve inizia, come molte altre città satelliti del milanese, a trasformarsi gradualmente da borgo contadino a zona industrializzata ed edificata. Dal 1963, 2 km circa a sud dell'antico borgo, nasce il villaggio Incis; la popolazione inizia ad aumentare costantemente con l’arrivo di famiglie provenienti da tutte le regioni d’ Italia. Agli inizi degli anni ottanta, nasce via dei Pini e il Residence Ripamonti e intorno agli anni novanta la zona "Villette", unita al vecchio borgo pievese.

E, fra i tanti, arrivò anche Ligresti attraverso una delle tante società e alla fine lasciò un regalino: due edifici del genere grattacellini a nove piani e un po', solo che per un qualche motivo non trovarono collocazione e furono abbandonati al loro destino, così come la zona circostante che di degrado in degrado fece la fine ovvia di ricettacolo di ogni congrega più o meno illegale. Poco interesse attorno anche per la sua natura di ostinata amministrazione di centro-sinistra. La penultima volta, finalmente passarono l centro-destra e l'interesse divenne più concreto, anche perchè forse gli immobiliaristi avevano bisogno di chiudere per vedere di racimolare qualcosa (le traversie ultime del gruppo Ligresti ha fatto ampia notizia e spesso, certo casualmente, il loro destino ha avuto una accelerazione formidabile con i cambiamenti governativi dell'ultimo anno).

E adesso, finalmente, il grande clou, un po' di TRITOLO e SBOOM i due rottamoni sono stati rasi al suolo.

Ora, finalmente, la svolta. Il frutto dalle edificazioni selvagge del passato è stato demolito con cento chili di esplosivo dalla General Smontaggi nell'ambito di un piano di riqualificazione promosso dalla Regione Lombardia in accordo col Comune di Pieve Emanuele e l'Aler. All'interno dello stesso programma di recupero, nel 2011 sono stati distrutti altri quattro palazzi abbandonati, con affaccio sul quartiere.

“Le demolizioni effettuate questo pomeriggio rappresentano l'abbattimento di un modo di fare politica legato al malaffare. L'abbattimento di un passato ingombrante per la città”, afferma il sindaco di Pieve Paolo Festa, che ha assistito al crollo insieme all'assessore regionale Nazzareno Giovannelli e ai rappresentanti di Aler. In una città presidiata dalle forze dell'ordine, con le strade di accesso al quartiere chiuse al traffico già a partire dalle 12, la fine degli ecomostri è stata seguita in diretta anche da centinaia di cittadini.

Sulle ceneri degli scempi ambientali sorgerà una nuova area residenziale con case e negozi. I primi 560 appartamenti saranno pronti entro il 2015.


Eppure non tutta la festa è stata completa, la vecchia amministrazione di centro-destra aveva fatto le cose per benino. Infatti la nuova amministrazione di centro-sinistra s'è trovata tutto fatto: progetto, gare di appalto e tutto quello utile perché non si cambiasse niente di importante e il nuovo sindaco al massimo lo può sottolineare.




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