sabato 17 marzo 2012

LE ANIME MORTE

é un titolo azzeccato di un BLOG segnalato dall'amica di FB Manuela Simonetti. Descrive fino in fondo i principali protagonisti, si fa per dire, dell'Italia di oggi. Ultimi tronchetti galleggianti nel mare mefitico impaludato da vent'anni di egoismo sociale che ha coinvolto tutti noi, senza esclusione alcuna se non altro per inscipienza, trombonaggine e simili amenità. E non parliamo della generalità media del sacro collegio che in clergymann o sottana non si é sottratto all'assalto del pubblico denaro.

Girano milioni di foto, belle, brutte ovvie, banali, inutili. Ma qualche volta uno scatto preso per caso o inconsapevolmente fa storia. Eccola l’immagine scattata con un telefonino dell’incontro al vertice tra il premier e i tre leader dei partiti che lo sostengono: facce di ieri, facce che condizionano un presente avvilito e arrogante, ma che già hanno il sapore del passato remoto. Epigoni di un’era.

al disperato commento del BLOGGER sopra citato va poi aggiunto l'editoriale di LUIGI LA SPINA su LA STAMPA che lucidamente analizza lo sbalordimento dei politici di mestiere incapaci di capire il sostanziale successo di Monti nonstante le mazzate che hanno colpito sostanzialmente i meno fortunati, quelli cioé che non possono compensare con l'evasione e l'elusione fiscale o con la partecipazione al BANCHETTO della corruttela.

Un calcolo sbagliato era all’origine dell’atteggiamento del Pdl e del Pd. Pensavano che la necessità di misure severe di risanamento dei conti pubblici scavasse un solco di violenta impopolarità tra i cittadini e Monti, con il seguito dei suoi ministri tecnici. Con l’abbandono della prima linea, sulla scena della politica, ritenevano, perciò, di scansarne le pericolose conseguenze elettorali. Dalle retrovie, intanto, tentavano di tutelare gli interessi delle corporazioni a loro vicine, attraverso il ricatto dell’arma letale per il governo: il ritiro dell’appoggio parlamentare e, quindi, l’obbligo delle dimissioni di Monti.

La realtà ha smentito queste previsioni. I consensi al governo, nonostante i duri provvedimenti fiscali, non si sono ridotti a percentuali preoccupanti; anzi, si sono mantenuti a un livello rassicurante. Nel frattempo, la rapida riduzione del famoso «spread» tra i nostri titoli di Stato e quelli tedeschi, vero termometro della fiducia dei mercati sul futuro dell’Italia, sanzionava il successo del «ministero strano» e la stima dei partner europei nei confronti di Monti ne accresceva il prestigio, a scapito dei leader dei partiti nostrani. Insomma, tutti i meriti si indirizzavano verso palazzo Chigi e tutte le colpe dei compromessi, degli annacquamenti nelle misure annunciate dal governo venivano attribuite ai freni imposti dalle lobby partitiche e dai privilegi a cui i parlamentari non volevano rinunciare.

attenti però a non generalizzare perché i sondaggi rivelano che, come sempre, i più pazienti sono quelli della fascia sinistra e centro moderata, quelli cioé consapevoli che solo uno Stato che funziona protegge quanti non hanno la possibilità di imporsi tramite pressioni di gruppo derivanti dalle solite corporazioni, come la non eccelsa risultanza delle cosiddette liberalizzazioni ha confermato. E gli stessi sondaggi confermano che, al dunque, gli ultras della sinistra sono pronti ad appoggiare con i loro pseudo estremismi la difesa sostanziale dello status quo, riaprendo spazi proprio alla marèe che ha come riferimento il Berlusconi. E Berlusconi é ben felice di correre il rischio di vedere cadere le ultime accuse garantendo il Governo tecnico o, meglio, ricattando con la minaccia di togliere l'appoggio fregandosene, pur di salvarsi il culo, dei riflessi di débacle finale per l'Italia.

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